NUOVE RIVELAZIONI SULLA MORTE DI LADY DIANA
«Oggi» segue il caso da sempre
Henri Paul, l’autista della Mercedes S280 nella quale Diana trovò la morte, che dimostrano come le provette del sangue furono estratte in un luogo diverso da quello citato nell’autopsia. Inoltre, nel sangue dell’autista c’era un’incredibile quantità di monossido di carbonio. E questo ha creato nuovi misteri».
Quale potrebbe essere la ragione della presenza di monossido di carbonio e quali effetti ha?
«Il monossido di carbonio nel sangue di Henri Paul rimane un mistero. Ci sono tante possibilità. Per esempio, che sia conseguenza del gas di scarico uscito per un difetto: ma il sistema dellamacchina è stato controllato, non c’erano difetti. Del resto, quel gas negli airbag non dovrebbe esserci. Oppure potrebbe essere legato all’assunzione di pillole tranquillanti: nel sangue dell’autista però non furono trovate tracce che lo facessero pensare. In realtà, il sangue non fu depositato correttamente, quindi non possiamo né escludere né confermare nulla. Fatto sta che l’autista con tutto quel monossido di carbonio era come annebbiato, fuori combattimento. Il monossido di carbonio blocca la circolazione di ossigeno nel sangue; di conseguenza, il cervello e altri organi ne soffrono. Questo porta a mal di testa, confusione, incapacità di pensare e unpessimo senso di orientamento».
Possibile che il sangue dell’autista, ubriaco al momento dello schianto, sia stato scambiato? «Tutto è moltomisterioso. Non è stato mai possibile chiarire questo punto. È anche molto strano che nel sangue dell’autista siano state trovate tracce di una medicina che viene usata contro i vermi nell’intestino dei bambini. La provenienza di alcune prove sanguigne dell’autista deve essere messa in dubbio, perché esse non sono state trattate con la necessaria precisione e documentate con la necessaria disciplina. Inoltre ci sono delle foto che confermano che alcuni prelievi di Henri Paul sono stati scambiati. Soltanto i prelievi nei quali venne individuato alcol sono
Quando Diana morì, i suoi figli William e Harry avevano rispettivamente 15 e 13 anni. Sfilarono dietro il feretro
senza dubbio dell’autista. Ci sono ancora alcuni fatti che non possono essere chiariti del tutto anche se l’inchiesta è costata 4 milioni di sterline ( circa 3,3 milioni di euro, ndr). Nel 2004 ci siamo spostati con un teamdi poliziotti a Parigi. Abbiamo ispezionato il luogo dell’incidente, la carcassa della macchina. La polizia francese stranamente non ha cooperato con noi. Ho incontrato il medico legale che era di servizio quella notte. Quando le ho chiesto se fosse possibile che i prelievi del sangue potessero essere stati scambiati, è diventatamolto silenziosa. Da allora ha detto qualcosa soltanto in presenza di una interprete e di un avvocato seduto accanto a lei».
Queste strane circostanze fanno pensare che si nascondesse qualcosa... Come è entrato nel sangue il monossido di carbonio che rendeva Henri Paul incapace di guidare?
«Questa è la sua interpretazione. Non si può provare. A livello giuridico si tratta di morte causata dal modo altamente pericoloso di guidare a causa dell’alcol, del monossido di carbonio e della forte velocità della Mercedes. Tutto il resto rimane poco chiaro perché anche durante l’inchiesta nell’obitorio sono successe delle cose strane».
Cos’altro ha scoperto?
«Abbiamo controllato tutte le prove, i fatti accaduti subito dopo l’incidente, quelli da noi trovati nel 2004 e li abbiamo confrontati con le testimonianze delle persone e le teorie della stampa. Senza alcun dubbio è stato confermato che lamacchina andava a una velocità di 100 km/h e si è scontrata con il pilastro numero 13 del tunnel dell’Alma. Diana e il suo compagno erano seduti dietro e non avevano allacciato la cintura di sicurezza. Al momento dell’urto, Dodi si è “scontrato” con l’autista e sia lui che Dodi sono morti sul colpo. Sul sedile accanto all’autista c’era la guardia del corpo degli Al-Fayed. Di norma i bodyguard non allacciano la
te possibile per salvarla. È stata anche operata».
Sarebbe sopravvissuta se nel retro della macchina ci fosse stato un airbag?
«Le foto del luogo dell’incidente dimostrano chiaramente che c’erano airbag anche nella parte posteriore».
Sarebbe sopravvissuta se si fosse allacciata la cintura di sicurezza? «Sì, non ho alcun dubbio: se la sarebbe cavata con qualche livido e qualche costola rotta e avrebbe lasciato l’ospedale dopo pochi giorni. Lady Diana potrebbe essere ancora in vita anche se, invece del bodyguard, i soccorritori avessero portato lei per prima in ospedale. È stata vittima di una catena di avvenimenti sfortunati».
Se lei si fosse trovato con i primi soccorritori, avrebbe notato il taglio nella vena polmonare? «No, era una ferita interna, nascosta. Nessuno poteva notarla sul luogo dell’incidente. Con la scienza attuale sarebbe possibile capirlo tramite approfonditi esami in un centro traumatologico. Ma rimarrebbe il problema di come riparare questa lesione, in una posizione difficile da raggiungere». È anche strano che la salma di Diana sia stata imbalsamata da un’agenzia di pompe funebri francese. Sono stati iniettati dei preparati per la conservazione nel corpo: si voleva nascondere qualcosa?
«Questa è una situazione molto complessa. Non è chiaro perché l’imbalsamatore sia stato chiamato per preparare il corpo di Diana. Io suppongo che l’ambasciatore britannico in Francia abbia consultato Londra da dove fu ordinato di farlo il più presto possibile. Questo ha creato il sospetto che si volessero evitare test su alcol o droghe. Ma il corpo di Dodi non fu imbalsamato e i test non hanno evidenziato nulla di particolare».