Oggi

Cucinotta: mia figlia in camera a studiare, io in sala a fare film

QUARANTENE SPECIALI «CONALTRI COLLEGHI ABBIAMOREA­LIZZATOUNA­COMMEDIAAE­PISODI, GIRATI INCASA», SPIEGA L’INTERPRETE SICILIANA. QUI CI SVELA IL SUOAPPELLO­AL GOVERNO. MAANCHE...

- Di Massimo Laganà

Non si interrompe un’emozione, proclamò tanto tempo fa un politico, che poi sbarcò nel mondo delle arti. Lo slogan, coniato da Fellini, attaccava l’abuso di spot che infarcivan­o i film trasmessi dalle reti private. Oggi il cinema sta combattend­o una battaglia ancor più drammatica. Quella per la sopravvive­nza. Le sale sono chiuse a tempo indetermin­ato. Qualcuno vorrebbe ripristina­re i mitologici drive-in. Il guaio è che pure i set sono sbarrati. Riesce difficile immaginare un sano compromess­o tra le riprese e il principio del distanziam­ento. A meno di non girare soltanto opere di fantascien­za e/o pellicole ispirate all’incomunica­bilità, con personaggi in tute spaziali che (non) si parlano a chilometri di distanza.

Per scongiurar­e la distopica prospettiv­a, giunge l’iniziativa lanciata da un manipolo di produttori, che ha scritturat­o una dozzina di noti attori, per realizzare una commedia a episodi intitolata Il Cinema Non Si Ferma. Tra i partecipan­ti, spicca il nome di Maria Grazia Cucinotta. L’attrice siciliana, trapiantat­aaRoma, non è nuova a operazioni di profilo sociale. Qualche anno fa ha girato un corto sul bullismo. Ora si è tuffata in questo progetto.

Gruppo di attori in un interno… «In interni ( ride). Ognuno a casa sua, come si dice dallemie parti. Abbiamo appena finito. Il film andrà on line ».

L’ha fatto per disperazio­ne? «Assolutame­nte no! Ho aderito con entusiasmo. Anche lo spettacolo sta pagando un prezzo altissimo. L’operazione è doppiament­e benefica: i proventi andranno allaProtez­ioneCivile».

Conte ci guarda. Avete rispettato le disposizio­ni del governo?

«Ma certo! Il film è stato realizzato con gli smartphone del cast; ciascuno degli interpreti si è autoripres­o in solitaria. Il regista, Marco Serafini, ha diretto il set con strumenti da videoconfe­renza».

Non per soldi ma per un appello! «Tutti hanno prestato gratuitame­nte la loro opera in nome di un’idea, che poi è l’auspicio espresso nel titolo: le attività artistiche devono trovare un modo per ripartire. Nel totale rispetto delle leggi».

Non sa nulla sugli altri episodi? «Zero. Posso parlare del mio, dura un quarto d’ora. Sono un’insegnante, preparo on line gli alunni per lamaturità. Si intitola In fuga verso la vittoria» .

Ha coinvolto anche sua figlia? «No, no! Lei è impegnata a preparare gli esami universita­ri. Sta sempre chiusa in camera con il cugino, che si trovava qui, quando è scattato il lockdown. Giulia mette il naso fuori solo per sfidarmi in cucina».

Duelli rusticani regionali?

«Sì. Io preparo prelibatez­ze siciliane, grazie ai preziosi consigli di mia madre: arancini, parmigiane, involtini. Lei risponde con i piatti forti romani: carbonara e amatrician­a. Ci alleiamo

Tinto Bras, Remo Girone e Nicolas Vaporidis partecipan­o al film a episodi

Il coronaviru­s purtroppo ha colpito gli anziani senza pietà… «La tragedia dimostra che i tagli alla sanità pubblica sono un grave errore. Li abbiamo pagati amaramente. Lo Stato deve riprendere a fare lo Stato».

Sacrosanto. Ma anche lei non s’è tirata indietro.

«Grazie alla generosità di un mio amico produttore cinematogr­atico cinese, ho importato 100 mila mascherine, che abbiamo consegnato alla Croce Rossa. Un piccolo gesto per un Paese che amo».

Cucina a parte, come ha ingannato il tempo?

«Quale tempo? Ho letto un’infinità di copioni, girato un film. E non dimentichi­amo che c’era anche la ginnastica giornalier­a. Altrimenti una balena diventavo. M’è avanzata qualche ora per seguire una serie bellissima: Diavoli» .

Dicono tutti che niente sarà come prima. È un bene o un male? «Questa crisi può essere l’occasione per costruire unmondo più giusto».

Una cosa non cambierà mai: il suo amore per la Sicilia.

«Allora vuole le lacrime! Appena possibile, andrò giù. E piangerò neimiei posti davanti al mare». l’ultimo filmdi Massimo Troisi, pluricandi­dato agli Oscar del 1996

La “Spagnola” appartiene, a modo suo, al virale repertorio delle fake news. Ante litteram. Intendiamo­ci: questa pandemia, la più devastante nella storia dell’umanità, c’è stata, eccome. Ma non nacque in Spagna. Fu un drammatico effetto collateral­e della Prima guerra mondiale.

Il nostro Paese pagò un tributo altissimo: 4milioniem­ezzodi contagi; piùdi

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