LA SECONDA VITA IN CELLA DEI KILLER ITALIANI Sabrina e Cosima
Realizzano ancheabiti e borse A sinistra, Sabrina Misseri, 32; sopra, la madre Cosima Serrano, 65. Sono state condannate per la morte di Sarah Scazzi, cugina della prima, nipote della seconda. ZIOMICHELE INVECE È DIVENTATOUN FALEGNAME PROVETTO. MAC’ÈANCHE
Due pesi e due misure? Se parliamo di misure cautelari, la risposta è sì. In caso di emergenza sanitaria, la legge non è uguale per tutti. Riporta a casa i detenuti considerati a rischio contagio, compresi i bossmafiosi col 41 bis (vedi box a pagina 85) e lascia dentro tutti gli altri. Uomini e donne che godranno anche di buona salute ma, come chiunque altro, non sono immuni all’infezione. E però fanno silenzio. Se possono lavorano, accumulano “punti” e cercano di raggiungere quel giudizio di buona condotta indispensabile per la concessione dei benefici di legge e il ritorno graduale a una vita normale.
Tra i protagonisti dei più importanti casi di cronaca del nuovo millennio, chi in un modo chi nell’altro, tutti si danno da fare. La maggior parte sono concentrati nel carcere di Bollate (Milano). E non è un caso, visto che la struttura è ormai considerata un modello di recupero e reinserimento dei carcerati.
«PRONTO, SONO STASI»
Uno dei più famosi è Alberto Stasi, il biondino di Garlasco che a poche ore dalla sentenza di Cassazione che lo ha condannato a 16 anni per l’omicidio di Chiara Poggi, non ha aspettato che lo venissero a prendere i Carabinieri e, dovendo scegliere il minore dei mali, s’è presentato a Bollate. Oggi lavora in un call center dove risponde alle chiamate (talvolta ringhiose) della clientela di una compagnia telefonica. A breve avrebbe dovuto raggiungerlo Salvatore Parolisi, il caporale di Ascoli condannato a vent’anni per aver ucciso il 18 aprile del 2011 la moglie Melania Rea, durante una gi
Gabriele De Filippi (30 anni per l’omicidio Rosboch) è in quarantena a casa