Adesso i reali di Spagna sonodavvero inpericolo
RECENTI RIVELAZIONI SU UNA“DONAZIONE” DEL SOVRANO DEL BAHREIN AJUANCAR LOS INDIGNANO IL POPOLO. E TRAVOLGO NODI NUOVO IL REGNO DEL FIGLIO, GIÀ IN CRISI
JuanCarlos, la spina nel fianco di re Felipe. Gli scandali finanziari che hanno travolto il vecchio Borbone, spingendo il figlio a rinunciare all’eredità e togliergli l’appannaggio annuale di 194.232 euro a carico dello Stato - gesto clamoroso! -, si arricchisce ora di un nuovo capitolo. Talmente infamante da destabilizzare la monarchia già in difficoltà. Il quotidiano El Pais, ripreso da Point de Vue, riporta che il gestore degli affari del sovrano emerito in Svizzera, ArturoFasana, ha ammesso davanti al procuratore ginevrino Yves Bertossa di aver depositato un «dono» di 1,7 milioni di euro proveniente dal re del Bahrein. Deposito avvenuto nel 2010 sul conto della fondazione Lucum, di cui Juan Carlos era l’unico beneficiario. La somma, contenuta in una valigetta, gli sarebbe stata consegnata dal Borbone stesso. Come contropartita, l’ex sovrano si era recato in Bahrein nel 2014 con tre ministri e una delegazione di 15 uomini d’affari: obiettivo, la ricerca di investimenti e contratti per la Spagna.
COPERTO DA IMMUNITÀ
Il precedente è la presunta tangente di 100 milioni di euro ricevuti nel 2008 e nascosti in Svizzera, sui quali la magistratura elvetica indagava già. La somma risulta provenire dalministero delle Finanze dell’Arabia Saudita, a nome del re Abdullah (scomparso nel 2015), come probabile ringraziamento in ragione della mediazione svolta dal Borbone per il cantiere della linea ferroviaria ad alta velocità La Mecca-Medina. In più l’ex commissario di polizia José Manuel Villarejo, ora in prigione per corruzione, minaccia scandalose «rivelazioni» se non verrà presto liberato. E però ha già dato conto delle intercettazioni a carico di Corinna zu Sayn-Wittgenstein, l’ex «amica intima» di Juan Carlos, in cui lei parlava di mazzette percepite dal Borbone per l’operazione saudita. La Tribuna di Ginevra si chiede a questo punto: «Quante somme ha ricevuto nel suo regno? E a che titolo?». Al tempo dei fatti presunti, il re era coperto da immunità. Mentre le richieste di apertura di un’indagine parlamentare risultano finora abortite. Sono tanti gli intrecci poco chiari con cui Felipe non vuole avere nulla a che spartire. La sua ascesa al trono, nel giugno 2014, fu proprio la conseguenza delle forti pressioni sul padre perché abdicasse dopo il disgraziato safari in Botswana (con Corinna al seguito) e lo scandalo che ne seguì. Come pure il processo che ha coinvolto l’Infanta Cristina, assolta nel 2017 dall’accusa di complicità nel dirottare 6 milioni di euro pubblici a una fondazione del marito Iñaki Urdangarin (che invece è stato condannato a cinque anni e dieci mesi di prigione). Anche in questo caso, il ruolo di JuanCarlos era apparso tutt’altro che limpido.
Dietro la clamorosa presa di distanza di Felipe dal padre ci sarebbe l’ambiziosa regina. Letizia avrebbe imposto al riluttante consorte di dissociarsi: «Altrimenti perderai il trono e tua figlia non regnerà mai!». Ne sarebbe nato un violento litigio, come riporta la biografa reale Pilar Eyre, che ha creato una frattura tra i coniugi sovrani. Ma se crisi c’è, per ora rimane confinata nelle stanze della Zarzuela.
IL PUBBLICO RITIRO
Agli inizi del 2020, Juan Carlos si è ritirato dalla vita pubblica. Fiaccato dagli scandali e da innumerevoli operazioni, l’ultima per un triplo bypass la scorsa estate. Nel 2018, per i suoi 80 anni, Felipe aveva tentato di ripulirne l’immagine in concomitanza con il 40° della Costituzione: si sottolineava l’importanza del suo operato per uscire dalla dittatura, e con tutti gli onori. Ma non è bastato per cancellare le macchie e risollevare le sorti di una monarchia che ora spera nella quattordicenne Leonor, figlia di Felipe e Letizia ed erede al trono. In tempi di coronavirus la stanchezza del popolo, provato da problemi economici e crisi di governo, sembra aumentata. Felipe, alla tv, ha chiesto solidarietà agli spagnoli in questo duro momento. La sera stessa, però, la monarchia è stata contestata: «Juan Carlos deve dare i soldi agli ospedali pubblici!». Che Dio salvi i Borbone.