NONNISMO LA VERITÀ DOPO 21 ANNI
atti di sindacato ispettivo, mozioni, interrogazioni e ben 14 proposte di legge per l’istituzione di un organismo parlamentare di inchiesta, tutte cadute nel vuoto.
Nel 2016 e 2017, la svolta, grazie alla determinazione, alla capacità, l’impegno e la passione civile delle onorevoli Amoddio, presidente, di Stefania Prestigiacomo, Forza Italia, vice presidente (entrambe di Siracusa, come Scieri) e altri 19 parlamentari di tutti i partiti politici, che svolgendo oltre 100 sedute alla mattina presto o a notte fonda, riescono a sgretolare, piano piano, un muro di gomma di omertà e reticenze (accedendo all’archivio del sito webtv.camera.it e cercando “Emanuele Scieri” si possono visionare i filmati di numerose sconcertanti audizioni di ex militari, caratterizzate da innumerevoli, imbarazzanti «Non so, non ricordo»).
FINALMENTE SI LACERA IL VELO D’OMERTÀ
Vengono ascoltati 76 testimoni e analizzati decine di imponenti faldoni giudiziari. Alla fine, l’archivio dei documenti della Commissione mette insieme 5.932 pagine di cui 312 pubbliche e 5.620 riservate. Proprio le pagine secretate costituiranno una specie di dossier inviato alla Procura di Pisa con la richiesta di riapertura delle indagini.
Si mosse la magistratura civile e anche quella militare che per prima ha chiuso l’inchiesta nel clamoroso modo che abbiamo detto.
In pratica, la Commissione parlamentare appura che alla Gamerra gli ufficiali e sottufficiali di carriera facevano vita a parte; poi c’erano gli scaglioni di volontari che arrivavano ogni mese e quindi un mondo di mezzo, costituito da una casta di caporali ai quali era liberamente concesso di sottoporre le reclute a soprusi, violenze e umiliazioni di ogni genere, tra cui la «comunione», che consisteva nell’obbligare il malcapitato a ingurgitare un cucchiaio di escrementi umani: nel complesso, il cosiddetto “nonnismo”. Alcuni di questi caporali, immuni da regolamenti e disciplina, spadroneggiavano incontrastati in aree dell’immensa caserma (144 mila metri quadri, 35 palazzine e annessi e connessi) da dove si poteva uscire e entrare a piacimento, scavalcando il muro di cinta, consumare e spacciare droga e introdurre persino prostitute.
Anche il comandante della Folgore Enrico Celentano è stato indagato per favoreggiamento e false informazioni