Test e tamponi: quando si è davvero ok
Positivi, malati, infetti, guariti e immuni. Sembrano parole con le quali, a proposito del virus Sars-Cov2 e della malattia collegata, Covid-19, siamo diventati tutti esperti. E invece continuiamo ad avere dubbi: «Ma come, sono passati 15 giorni, non ho più sintomi e al tampone risulto positiva?!», oppure «È positiva al test sierologico: è anche contagiosa?». Abbiamo chiesto chiarimentiti al professorprof Massimo Ciccozzi i, responsabile dell’Unità di ricercca in Statistica medica ede Epidemiologia moolecolare dell’Università Cammpus Biomedico di Romma. «Se si fa il tampone faringeeo e si risulta positivi vuol dire chec in quel momento si ha il virusv in corpo e si è contagiosi. Si possono avere sintomi o non averli e in questo secondo caso, in presenza di una minore carica virale, si dovrebbe essere meno contagiosi. Anche perché non si starnutisce o tossisce, quindi si distribuiscono meno particelle infette». A proposito di malattia: è anche una questione di definizione. Però, anche se intendiamo per malate soltanto le persone con si intomi e consideriamo gli asintomati ci come non malati,
dobbiamo riicordare che, con il Sars-Cov2, anche chi non ha sintomi può trasmettere il virus.
Vale anche per la definizione di “guariti”: non basta la scomparsa dei
sintomi, che avviene in un tempo variabile (come variabile è il tempo di incubazione della malattia). Bisogna
risultare negativi ai tamponi per due volte di fila in 24 ore. Cioè, bisogna non essere più positivi al virus e questo può succedere anche dopo più di un mese. Una volta guariti e negativizzati siamo immuni, ovvero non solo non trasmettiamo più la malattia ma non rischiamo neanche di riprenderla? «Sì», conclude Ciccozzi, «ma ancora non sappiamo per quanto. Possiamo immaginare che valga, come per altri coronavirus, qualche mese. Ma Sars-Cov2 ha caratteristiche tutte sue».