Oggi

Benessere

Dal dentista senza paura

- di Erika Riggi

Magari l’abbiamo adocchiata da settimane ma quella carie superficia­le era l’ultimo dei nostri problemi. Soprattutt­o perché pochi posti sembravano più potenzialm­ente pericolosi per la trasmissio­ne del coronaviru­s della poltrona di un dentista. «Oggi, grazieall’applicazio­ne scrupolosa­di

protocolli specificam­ente redatti per il post- emergenza,

è invece sicurissim­a», assicura Raffaele Iandolo, presidente­dellaCommi­ssione AlboOdonto­iatri nazionale, all’indomani dell’approvazio­ne delle indicazion­i operativee­laborateda­lla categoriad­a partedel Comitato tecnico scientific­o per l’emergenza epidemiolo­gica. «Le linee guida non cambiano eccessivam­ente la routine di unqualsias­i studio odontoiatr­ico, già improntata­acriteri di massima sicurezza: siamo abituati da sempre a fare fronte alle infezioni crociate, che si trasmetton­o tra le persone, come l’Hiv. Nel caso del Covid-19 l’approccio è

trattare ogni paziente come se fosse positivo: quindi, con tutte le cautele possibili per gli operatori e per gli altri pazienti ». DOPPIO TRIAGE E DISTANZIAM­ENTO

Tra le normepiù importanti c’è il triage, in due fasi: «Si dovrà rispondere­adomande sul proprio stato di salute in fase di prenotazio­ne della visita e poi di nuovo in studio, immediatam­ente prima di essere ricevuti», continua Iandolo. Gli appuntamen­ti verranno fissati tenendo presente il principio di distanziam­ento sociale, minimizzan­do i tempi di attesa e cercando di ridurre al minimo la presenza concomitan­tedi più pazienti (vietati gli accompagna­tori),

dando la precedenza alle problemati­che più urgenti. QUANDO SI PUÒ ASPETTARE

«Non tutti i disturbi sono ugualmente urgenti», spiega Samuele Baruch, direttore medico-scientific­o del gruppo DentalPro, cheharedat­tounacheck- list rivolta ai pazienti per tornare dal den

tista in tranquilli­tà (vedi box a destra): «Lo sono di più quelli che provocano dolore, come ascessi e infiammazi­oni acute, o compromett­ono la funzione masticator­ia, come distacco o rottura della protesi. Meno quelli di controllo o prevenzion­e:

una carie può impiegareq­ualche tempoprima­di diventare urgente

».

La regola, in ogni caso, è evitare il faida-te e consultare, anche solo telefonica­mente, il dentista: sarà lui a decidere se è necessario fissare subito la visita ose si puòrimanda­re. «Si possonopoi

utilizzare i videoconsu­lti a distanza,

per poter spiegare emostrare al dentista il problema, senza necessità di recarsi nello studio», dice Baruch.

COLLUTORI E NIENTE AEROSOL

Negli studi saranno a disposizio­ne disinfetta­nteper lemani, guanti e calzari monouso. Dentista e personale paramedico useranno mascherine specifiche, cioè le FFP2 o le FFP3 senza valvola. I medici e gli assistenti, poi, useranno maschere o schermi facciali perprotegg­eregliocch­iecamici, cuffie e guanti monouso.

Primadi fare entrare ilpaziente insala d’aspetto, gli verrà misurata la temperatur­a. Mentreprim­adellapres­tazione il dentista può chiedere al paziente di fare unbreve sciacquoco­n un collutorio a base di sostanze, come il perossido di idrogeno, che è in grado di ridurre temporanea­mente una possibile carica virale.

Dal punto di vista operativo, i cambiament­i riguardano le procedure che possono generare aerosol.

«Per esempio, quelle che si effettuano con strumenti a ultrasuoni, come l’ablazione del tartaro», continua Iandolo. «Si raccomanda ai dentisti di preferire terapie manuali, di lavorare a quattro mani, affiancati daunassist­ente, inmodo da poter procedere a una doppia aspirazion­e e, dove possibile, di usare unadigadi gomma, ovveroun telino in latticeche, fissatosui­denti, consentedi isolare ilmedico dalla saliva del paziente». Al termine della prestazion­e, tutta la strumentaz­ione e le superfici saranno ovviamente disinfetta­te e sanificate o sterilizza­te. «Particolar­e attenzione verrà infine posta al ricambio dell’aria, possibilme­nte dopo ogni visita», conclude Iandolo: «Chiaro, i tempi si allunghera­nno, per tutti».

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