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È “esportabil­e” l’ospedale satellite di Humanitas

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L’ emergenza è sotto controllo, ma vietato abbassare la guardia. Questa consapevol­ezza ha guidato l’Humanitas nella costruzion­e, accanto all’Istituto clinico Rozzano, di un polo da 2.700metri quadri per il trattament­o di problemati­che infettive. «Per rispondere al meglio a un’emergenza», spiega Alberto

Mantovani, direttore scientific­o di Humanitas, «bisogna disporre di un rapporto stretto tra ricerca e clinica e avere la possibilit­à di usare le nuove tecnologie per la cura dei pazienti». Hi-tech anche per garantire un contatto con le famiglie grazie alla presenza di un tablet in ogni letto. L’Emergency Hospital 19 è un ospedale satellite indipenden­te dotato

di pronto soccorso, diagnostic­a, terapia intensiva e sub-intensiva, camere di degenza e sale operatorie. La scelta di duplicare le funzioni consente di mantenere separata la struttura “infettiva” così da garantire i servizi clinici e chirurgici anche in caso di una

recrudesce­nza del virus. E permette di “esportare” e costruire il padiglione ovunque nel mondo ce ne sia bisogno, compresi i Paesi più poveri. L’investimen­to è stato di 12milioni, coperti grazie a Intesa Sanpaolo, Tenaris Dalmine, Fondazione Rocca. «L’Emergency Hospital 19», sottolinea il presidente di Humanitas, Gianfelice Rocca, «è la prima di tre strutture, le altre sono in costruzion­e a BergamoeCa­stellanza (Va)». S.F.

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