«Per Oggi sono statamodella di abiti e gioielli »
Maria Pia e la figlia bambina in un ritratto; Lillio col mantello del Sovrano Militare Ordine di Malta; nella sala da pranzo, il quadro con il reggimento Ruspoli davanti a papa Clemente XI. Il casato vanta otto papi, tra cui Innocenzo III che riconobbe l’ordine francescano.
dura ancora oggi».
Cosa ha significato per lei entraretrare in una famiglia così importante dal punto di vista araldico?
«Mio marito è un vero principe, dalla A alla Z, emi ha fatto sentire subito a mio agio. Poi a me piace la tradizione e qui ci sono una tradizione e un nome da portare avanti, come queste nostre dimore storichee così impegnative. Oltre al palazzo dove ci troviamo ora, abbiamo anche la tenuta di Cerve te rie il castello a Vigna nello. ello. Mi piace preservare questo passato».
Quindi lei lasciò il cinema perer amore?
«Sì, era impossibile coniugare ledueue cose. Con Con mioma rito mio marito viaggiavamo moltissimo, dal Sud America a Parigi dove avevamo un grande appartamento.o. Però attrici si rimane per sempre».
E l’etichetta si impara? Come? e?
«Basta studiare le regole dari spettare. are. Il mio motto Il miom otto è“prin-pr incip esse non si nasce, si diventa ”, com’èom’è accaduto a me. Per quanto riguarda il ricevere, i ballii e i grandi pranzi, ho imparato guardando e frequentandodo il bel mondo. E poi accanto a me ho avuto mio marito,o, se avevo qualche dubbio chiedevo a lui».
Qual è stato il ballo da favola al quale ha partecipato?
«Nel periodo in cui abitavamo a Parigi, nella secondametà degli anniOttanta, ricordoicordo un ballo dei Rothschild dov’erano presenti tutte le famiglie regnanti d’Europa. Il tema era il ghiaccio e allora ecco un trionfo di sculture di ghiaccio,hiaccio, ballerine vestite da cignibianchi, laneve chee scendevamentre entravamo dentro al grande palazzo,zo, il tema regina delle nevi per gli abiti delle donne,nne, con brillan-brillanti grandi come mandarini. Il mio vestitovestito lo aveva creato il regista Pier Luigi Pizzi: erara una favola con un chilometro di tulle rosso e pietretre luminose inca-incastonate. Quello è stato un ballo daa sogno, oggi non ne esistono più di così sfarzosi».
Cosa vuol dire gestire e portareare avanti un palazzo così importante nel centro dellaella Capitale?
«Prima degli onori abbiamo gli oneri. Sosteniamo spese folli, soloper rifare il tetto ilpreventivotivo superava i 3 milioni, cifre da capogiro! Ogni giorno ti devi occupare di questo palazzo come fosse un bambino».
Lo Stato vi aiuta a manteneree una dimora storica così importante?
«Assolutamente no. Siamo stati esclusi anche dal bonus casa. Lo Stato non sostiene le dimoremore storiche, e pensare chetanti turisti vengono nel nostro Paese per Paese per visitarle! Tutte
Dall’album Dall’a dei ricordi di Maria Pia Ruspoli, conosciuta quand’era quand attrice e modella come Pia Giancaro, spuntano alcune alcun pagine di Oggi in cui lei posa per il nostro giornale. Eccola Eccol per esempio con gonna longuette e cappellino interpretare interp l’alta moda di Irene Galitzine della
primavera- prim estate 1976. Oppure ancora prima, nel 1973, indosindossare con raffinata eleganza i modelli di Pino LancLancetti. Ma non solo abiti. Colei che a breve diventerà princprincipessa, è chiamata a presentare gioielli importanti. Lei sosorride, accarezza il ricordo: «Mi chiamò come modemodella Roberta di Camerino. Venivo fotografata tutti i giorngiorni: abiti, gioielli, acconciature. Ed è a questo punto che il cinema bussa allamia porta». Una porta che si richiurichiuse con il matrimonio della giovane donna con il princprincipe Lillio Ruspoli. Era il 1983.
le nostre sono aperte al pubblico: si possono ammirare, organizziamo cene, eventi, incontri culturali, affittiamo stanze per soggiorni. Nessuno riesce piùamantenere queste enormi magioni, ce la fanno solo i miliardari che le hanno comprate e le tengono chiuse. Ma le famiglie nobili che hanno ereditato unpatrimonio culturale così immenso, fanno faticaamantenere vivi questi palazzi. L’unicomodo è aprirli al pubblico e noi siamo contenti di farli visitare. Sia io siamia figlia ci proponiamo come guide».
Qualche domanda a Giacinta: quando eri piccola e portavi i tuoi amici di scuola a casa in questo enorme palazzo, come reagivano?
«Mi prendevamo in giro perché dicevano che vivevo in un museo. Io non me ne rendevo conto perché sono nata e cresciuta qui dentro. Ho avuto anche molta paura a vivere in questi enormi palazzi, pensa che al castello di Vignanello tutti dicono di sentire e vedere un fantasma, e per una bambina questo è un trauma».
Giacinta, cosa vuol dire essere una principessa nel 2020?
«Oggi i titoli non hanno valore. Faccio parte di una famiglia che è storica e importante ma non abbiamo alcun privilegio, non è come essere nobili in Inghilterra o in Spagna. Vivo la responsabilità di portare avanti questo bagaglio culturale e storico. Sento ilpeso del cognome, ma ho sempre cercato di fare un percorsomio. Sono avvocato e sbrigo con passione il mio lavoro».
Sei fidanzata con un nobile?
«No. Sono figlia di un principe romano e di una donna non aristocratica e questo mi ha sempre fatto stare con i piedi per terra. Non sono come certimiei amici blasonati che vivono un po’ distaccati dalla realtà».
Torniamo a lei, principessa Maria Pia. Qualche anno fa voleva scendere in politica, com’è andata questa sua esperienza?
«La politica mi ha sempre affascinata. Ho avuto contatti con la Lega e mi sono candidata in Sicilia, ma non c’è stato un seguito».
A proposito: cosa pensa della discesa in campo di Emanuele Filiberto di Savoia che ha annunciato un suo movimento?
«Tutto quello che lui decide di fare diventa un successo. Gli auguro di riuscire anche in questo, è un ragazzo preparato e molto attento al prossimo. Comunque noi siamo una famiglia papalina e non sabauda, ma se i Savoia vorranno il mio sostegno io sono qui, con tutta la mia famiglia, per riceverli con gioia e appoggiarli nella loro discesa in politica».