Prendi a cuore la tua salute: controlla il peso e le apnee
I “CATTIVI” STILI DI VITA AUMENTANO I PROBLEMI CARDIOLOGICI: IL RISCHIO D IMI N USCE CON LO SPORTE LIMITANDO ALCOLE FUMO
La fibrillazione atriale è un importante fattore di rischio che favorisce l’ictus cerebrale, l’insufficienza cardiaca e altre malattie cardiovascolari. Si calcola che nel mondo vi siano almeno 33 milioni di casi con un’incidenza di 5milioni di nuovi casi all’anno per un costo di circa 20 miliardi di euro l’anno.
È molto importante riconoscere i fattori che la causano per esercitare un’attività preventiva. L’obesità è unodi questi, come evidenziato da studi sugli animali: un aumento di peso nella pecora determina la presenza di fibrillazione spontanea e una maggiore sensibilità ai fattori che la inducono. Analogamente, nell’uomo la diminuzione di peso negli obesi si accompagna a un minor rischio: la perdita del 3% del peso migliora del 26% e una maggiore del 10% dell’88%. Un’altra criticità è la mancanza di esercizio fisico: già con un moderato esercizio fisico il rischio diminuisce. Altri “sintomi” da prendere in considerazione sono i disturbi di respirazione durante il sonno come l’apnea. Incidono anche il fumo, l’eccesso di alcol, le droghe mentre sembra che la caffeina non abbia grande importanza.
Questi fattori sono in comune anche con altre malattie come il diabete di tipo 2 o l’ipercolesterolemia e l’ipertensione che a loro volta sono fattori aggravanti per la fibrillazione atriale. La conclusione è che le buone abitudini di vita sono fondamentali: rappresentano la miglior forma di prevenzione.
Il nostro Servizio sanitario nazionale (Ssn) intende la prevenzione come lo screening per malattie tumorali o le vaccinazioni. Sono certamente importanti e vanno sviluppate evitando troppe differenze regionali, ma poco si fa per diffondere le buone abitudini di vita. Iniziando dalla scuola, dove manca un’adeguata informazione: mantenersi in salute è un dovere fondamentale per sé e per la sostenibilità del Ssn.
Manca anche una visione coerente dello Stato che trae vantaggio dalle “cattive” abitudini grazie alle tasse su alcol e tabacchi. Meglio sarebbe effettuare campagne per diminuirne il consumo. Si dovrebbe effettuare un controllo della pubblicità per evitare che i cittadini acquistino prodotti salutistici che non hanno nulla a che fare con la salute. Infine, i medici dovrebbero essere più attivi nel suggerire ai pazienti cambiamenti degli stili di vita, iniziando dal buon esempio. La prevenzione deve divenire la base della medicina perché il diritto alla salute si deve accompagnare al dovere di mantenerla.