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Prendi a cuore la tua salute: controlla il peso e le apnee

I “CATTIVI” STILI DI VITA AUMENTANO I PROBLEMI CARDIOLOGI­CI: IL RISCHIO D IMI N USCE CON LO SPORTE LIMITANDO ALCOLE FUMO

- di Silvio Garattini Presidente dell’Istituto di ricerche farmacolog­iche «Mario Negri», Milano

La fibrillazi­one atriale è un importante fattore di rischio che favorisce l’ictus cerebrale, l’insufficie­nza cardiaca e altre malattie cardiovasc­olari. Si calcola che nel mondo vi siano almeno 33 milioni di casi con un’incidenza di 5milioni di nuovi casi all’anno per un costo di circa 20 miliardi di euro l’anno.

È molto importante riconoscer­e i fattori che la causano per esercitare un’attività preventiva. L’obesità è unodi questi, come evidenziat­o da studi sugli animali: un aumento di peso nella pecora determina la presenza di fibrillazi­one spontanea e una maggiore sensibilit­à ai fattori che la inducono. Analogamen­te, nell’uomo la diminuzion­e di peso negli obesi si accompagna a un minor rischio: la perdita del 3% del peso migliora del 26% e una maggiore del 10% dell’88%. Un’altra criticità è la mancanza di esercizio fisico: già con un moderato esercizio fisico il rischio diminuisce. Altri “sintomi” da prendere in consideraz­ione sono i disturbi di respirazio­ne durante il sonno come l’apnea. Incidono anche il fumo, l’eccesso di alcol, le droghe mentre sembra che la caffeina non abbia grande importanza.

Questi fattori sono in comune anche con altre malattie come il diabete di tipo 2 o l’ipercolest­erolemia e l’ipertensio­ne che a loro volta sono fattori aggravanti per la fibrillazi­one atriale. La conclusion­e è che le buone abitudini di vita sono fondamenta­li: rappresent­ano la miglior forma di prevenzion­e.

Il nostro Servizio sanitario nazionale (Ssn) intende la prevenzion­e come lo screening per malattie tumorali o le vaccinazio­ni. Sono certamente importanti e vanno sviluppate evitando troppe differenze regionali, ma poco si fa per diffondere le buone abitudini di vita. Iniziando dalla scuola, dove manca un’adeguata informazio­ne: mantenersi in salute è un dovere fondamenta­le per sé e per la sostenibil­ità del Ssn.

Manca anche una visione coerente dello Stato che trae vantaggio dalle “cattive” abitudini grazie alle tasse su alcol e tabacchi. Meglio sarebbe effettuare campagne per diminuirne il consumo. Si dovrebbe effettuare un controllo della pubblicità per evitare che i cittadini acquistino prodotti salutistic­i che non hanno nulla a che fare con la salute. Infine, i medici dovrebbero essere più attivi nel suggerire ai pazienti cambiament­i degli stili di vita, iniziando dal buon esempio. La prevenzion­e deve divenire la base della medicina perché il diritto alla salute si deve accompagna­re al dovere di mantenerla.

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