Ma c’era bisogno di Chiara Ferragni per riportare i giovani nei musei?
DOPOLE POLEMICHE IL DIRETTORE DEGLIUFFIZI SPIEGALASUASCELTA
RISPONDE Eike Schmidt
M agari bastasse una foto di Chiara Ferragni davanti alla Venere di Botticelli per rendere giovani e giovanissimi appassionati d’arte e assidui visitatori dei musei! Quello di promuovere e diffondere l’amore per l’arte e la cultura in generale tra i ragazzi è unodegliobiettiviprincipali degliUffizi.
Le immagini della presenza di Chiara Ferragni in Galleria hanno fatto il giro del web, dato vita a un grande dibattito
(non sempre con toni o contenuti apprezzabili. Penso in particolar modo ai troppi insulti sessisti e “puzzalnasisti” che abbiamodovuto leggere e sentire). Matantissimi vi hanno partecipato, proponendo, sui media e sui social, le loro idee, proposte e interpretazioni sul ruolo e la funzione del museo nell’epoca contemporanea. Innumerevoli, e spesso molto divertenti, i fotomontaggi con cui si è ironizzato con leggerezza sul caso.
Enelweekend incui lapolemica sulla vicenda infuriava, abbiamo registrato non solo un +24% generale di visitatori agli Uffizi rispetto al fine settimana prima,
ma ben il 27% in più di ragazzi sotto i 25 anni. Non solo: i canali social degli Uffizi, ricchi di informazioni sulle nostre opere, hanno avuto una forte crescita che continua tuttora. Insomma: grazie a questa vicenda, tantissime persone hanno avutomodo di interessarsi e incuriosirsi inmodo positivo di musei, di arte, di Sandro Botticelli, di bellezza. Questo è accaduto con grande intensità, e il dibattito prosegue ancora, a distanza di quasi due settimane. Prima, tutti si lamentavano del contrario, e cioè che arte e musei non fossero considerati abbastanza dall’opinione pubblica, che non ricevessero mai la giusta attenzione. Non so se il caso “Ferragni agli Uffizi” possa segnare una inversione di tendenza di questo fenomeno, ma dal mio punto di vista, quanto abbiamo visto in questi giorni non può non essere ritenuto un grande risultato per la cultura e per il Paese.