A palazzo ci riceve anche l’erede l’ereder Giacinta Giacin
Roma. Maria Pia Ruspoli, a destra, e la figlia Giacinta, 31, avvocato, ritratte a palazzo Ruspoli. A sinistra, madre e figlia con Giovanni Ciacci, 49, autore dell’intervista.
raggiungere il paese dove andavo a scuola. Percorrevo quella strada piangendo: era ancora buio, avevo paura! Ma pur nella povertà, vivevo dignitosa e felice con la mia famiglia».
La notano per Miss Italia e inizia il sogno, dove e come capitò?
«Una zia aveva una casetta aMondello, dove andavamo a passare le vacanze. Proprio lì, sulla spiaggia, venni notata a 18 anni da un grande giornalista: eraMauro DeMauro, un uomo straordinario chepurtroppo anni dopo venne rapito dalla mafia e non fu mai più ritrovato. Mi convinse a partecipare al concorso di Miss Sicilia, lo feci e lo vinsi. Così andai di diritto a Miss Italia, a Salsomaggiore nel 1968: arrivai seconda e conquistai il titolo di Miss Cinema».
E lì le si aprirono le porte del mondo dorato davanti alla cinepresa.
«Sì, ma prima partecipai in rappresentanza per l’ Italia a Miss Mondo. Volai a Londra, fu un’esperienza elettrizzante. Poi vengo notata da Corrado che mi vuole come valletta in una sua trasmissione, A che gioco giochiamo, a Roma. Durò sei mesi...».
Come si trovò a lavorare con Corrado?
«Era molto sarcastico, mi prendeva in giro per il mio accento siciliano».
I suoi genitori appoggiarono la decisione di trasferirsi a Roma per lavorare nel mondo dello spettacolo? «All’inizio non la presero troppo bene,m ariuscii a convincerli perché ero in pensione da una vecchia attrice dei telefoni bianchi che mi dava anche lezioni di recitazione e dizione. Frequentavo inoltre una scuola privata, in classe con me c’era Monica Guerritore».
Guadagnava tanto?
«Per me era tantissimo. La tv pagava molto bene ma ciò che mi faceva guadagnare parecchio erano le pubblicità. Mi prese come modellaRoberta di Camerino, venivo fotografata tutti i giorni, abiti, gioielli, acconciature. Ho fatto tante cose anche per Oggi ( vedi alle pagine seguenti, ndr). Ed è a questo punto che il cinema bussa allamia porta. Mi offrirono spaghetti western che giravamo in Spagna, film horror all’italiana con i grandi registi dell’epoca. Avevo un agente bravissimo che mi faceva lavorare tanto. Ho interpretato più di 35 film».
Era l’epoca della commedia sexy all’italiana. Si è mai trovata in imbarazzo a girare quei film?
«Sì, facevo solo scene dove c’era il topless, mai nudo inte
Il casato risale all’incoronazione di Carlo Magno (800 d.C.): il capostipite Mario Scoto si distinse per eroismo
grale. Era la moda, quello ti offrivano, ma mi vergognavo per la mia famiglia. Avevo questo senso del pudore molto forte, però dovevamo farlo da copione. È come se adesso ti rifiutassi di dare un bacio sul set: è lavoro, era lavoro...».
Ha mai ricevuto molestie sessuali sul set?
«Molestie no, avance sì. Ero brava a dire di no e a fare in modo che non si superasse il limite. Li allontanavo prima che potessero osare qualcosa».
Come ha incontrato il principe Ruspoli?
«A fine anni Settanta, lo conosco a una cena. Il giorno dopo si presenta a casa mia e fa: “Vuoi partire con me?”. È stato così che ci siamo persi in un viaggio bellissimo che