Agenda cultura e spettacolo a cura di Livio Colombo e Dea Verna
IL CHITARRISTA, CHE HA ABBANDONATO LA BAND NEL 1977, RACCONTA LA SUA AVVENTURA
Stavo salendo a bordo di un’astronave, diretto in un pianeta sconosciuto in compagnia di una ciurma di alieni». È così che Steve Hackett descrive come coraggiosamente accettò di unirsi ai Genesis. Steve ha 20 anni, ma siamo già a pagina 78 del libro A Genesis in my bed – Steve Hackett l’autobiografia, pubblicato ora dalla Rizzoli/ Lizard. Con una narrativa semplice e scorrevole illuminata da un tipico humour inglese, Steve racconta la sua infanzia in una Londra grigia e nebbiosa del dopoguerra, un bambino «solo e spaventato», che trova rifugio e felicità nel saper suonare un’armonica a soli 3 anni e poi la chitarra a 12 anni. La chitarra diventerà la sua grande e unica passione che gli permetterà di diventare professionista. Dopo 6 albumdi studio e due album
Live, Steve lascerà i Genesis e nel libro descrive il motivo, ma lo fa con una benevolenza che riflette il suo carattere umile e generoso di vero gentiluomo. Ha solo parole di stima e rispetto per ogni membro dei Genesis. «Sono sempre rimasto grato alla band», scrive a pagina 204 del libro. La carriera solista è straordinaria con 25 album all’attivo e numerose collaborazioni con vari musicististi. I suoioi fan troveranno queste pagine davvero interessanti. Steve non sembra riservare rancore per nessuno, nemmeno per KimPoor, sua seconda moglie (lo tradì con il suo manager lasciandolo al verde). La menziona solo di sfuggita, ma allo stesso tempo ci tiene a descrivere la fedelissima Jo come «una moglie amorevole e sempre presente. Con lei accanto niente è impossibile».