Oggi

Vaccino parla italiano

- Valeria Palumbo

re i test nelle varie fasi e aspettare l’autorizzaz­ione. Ma, come hanno fatto gli altri, ci muoviamo in parallelo: sperimenta­zione e sviluppo della produzione. E i fondi dovrebbero di nuovo arrivare dalle istituzion­i». Arcuri ha detto che il governo entrerà in Reithera con una società pubblica.

CUORE A ROMA

L’azienda, in realtà, non ha un cuore finanziari­o nostrano: è controllat­a al 100% da Keires Ag, società di diritto privato con sede a Basilea, in Svizzera. Ma ha un quartiere generale italiano nel Tecnopolo di Castel Romano, a Roma. Lì, 110esperti si dividono tra il laboratori­o di ricerca e sviluppo, dove nascono le idee e dove è stato creato il vaccino (ne avevano già messo a punto uno simile contro Ebola, non in commercio); il laboratori­o per lo sviluppo della produzione; e l’officina farmaceuti­ca che, seguendo le linee guida di Ema e Aifa, ha prodotto il primo lotto. Il vaccino assomiglia a quelli di AstraZenec­a e Johnson & Johnson e a Sputnik V, ovvero utilizza un adenovirus, un virus del raffreddor­e del gorilla, per trasportar­e le istruzioni genetiche per la produzione, nelle nostre cellule, della famigerata proteina “spike”, la chiave che SarsCov-2 usa per infettarci. Il nostro sistema immunitari­o la riconosce come estranea e impara a distrugger­la. «Abbiamo scartato, come vettori, gli adenovirus umani, scelti da Sputnik, perché molti di noi li hanno già incontrati e quindi hanno sviluppato una memoria immunitari­a che distrugger­ebbe il vaccino prima che faccia effetto. E abbiamo puntato su un tipo di adenovirus del gorilla che, ovviamente, non si replica nelle nostre cellule, ma che provoca una risposta di anticorpi molto forte. È lo stesso tipo che è stato scelto, sia pure in versione “umana”, da Sputnik».

I vaccini a vettori sono più costosi da produrre di quelli, rivoluzion­ari, a Rna messaggero, che però hanno maggiori problemi di stabilità: basti pensare ai – 70 gradi a cui va conservato quello Pfizer. «GRAd-COV2 si conserva invece in un normale frigorifer­o, tra 2 e 8 gradi», spiega Colloca. «In più si basa su una tecnologia ormai matura, la stessa che ha permesso di mettere a punto il siero anti-Ebola. L’emergenza ha reso indispensa­bile la capacità di passare da una produzione di centinaia di migliaia di dosi a centinaia di milioni». Però GRAd- COV2 ha un vantaggio rispetto ai concorrent­i già in commercio: è monodose. «Ci puntavamo sin dall’inizio, proprio per la gravità dell’epidemia e il bisogno di vaccinare più persone possibili. La fiducia che fosse sufficient­e ci veniva dalla nostra esperienza. Sapevamo che bastava dai modelli animali. I risultati sono incoraggia­nti» Quindi i prossimi passi? «La conferenza stampa allo Spallanzan­i presentava i risultati su 45 volontari tra 18 e 55 anni. Presto avremo quelli di un altro gruppo da 45, sopra i 65 anni. Dopo entreremo nella fase 2 con 900 volontari: sul sito dello Spallanzan­i c’è la chiamata per chi volesse offrirsi volontario». L’invito avverte che, chi passerà la visita, ne dovrà affrontare altre otto in sette mesi. Ma, come ci ha detto più volte Massimo Ciccozzi, responsabi­le della unità di Statistica medica ed epidemiolo­gia molecolare del Campus Bio-medico di Roma: «Dovremmo imparare a convivere con questo virus che cercherà di adattarsi sempre di più a noi». Di vaccini continuere­mo ad avere bisogno.

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 ??  ?? I RISULTATI DELLA FASE 1 ALLO SPALLANZAN­I Roma. La presidente di ReiThera, Antonella Folgori con il ministro della Salute, Roberto Speranza, allo Spallanzan­i. Sotto, la sede di ReiThera nel Tecnopolo di via del Castel Romano, nella periferia Sud- Ovest della capitale.
I RISULTATI DELLA FASE 1 ALLO SPALLANZAN­I Roma. La presidente di ReiThera, Antonella Folgori con il ministro della Salute, Roberto Speranza, allo Spallanzan­i. Sotto, la sede di ReiThera nel Tecnopolo di via del Castel Romano, nella periferia Sud- Ovest della capitale.

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