« Rinvio la pensione per daregiustizia a Serena »
IL PRESIDENTE DEL TRIBUNALE DI CASSINO, MASSIMO CAPURSO, HA DECISO DI NON LASCIARE IL daregiustizia a Serena »
L «a pensione può aspettare. Ci rinuncio finché è necessario. Dopo 20 anni, non si può rinunciare a celebrare il processo per un feroce omicidio. Le vittime devono avere giustizia». E ci vorranno davvero 20 anni e un magistrato che rinvia la pensione sine die per arrivare a questo processo e ottenere giustizia per l’omicidio di Serena Mollicone, la ragazza di 18 anni, figlia di un maestro elementare, massacrata, soffocata con la testa chiusa in un sacchetto di plastica, mani e piedi legati con il fil di ferro e lasciata morire con inaudita ferocia il 1° giugno 2001 a Arce, Frosinone. Cinque gli imputati, fra i quali due carabinieri e il maresciallo comandante della caserma di Arce, oltre a sua moglie e al figlio. Eppure il processo ha rischiato di saltare. O di slittare all’infinito.
MANCANO I MAGISTRATI PER LA CORTE D’ASSISE
Perché al Tribunale di Cassino non si riesce a formare una Corte d’Assise. Non ci sono magistrati. Neppure per comporre o completare un Collegio giudicante.
Il presidente del Tribunale Massimo Capurso, con grande senso di responsabilità, ha risolto la gravissima lacuna istituzionale con un gesto di grande civiltà giuridica: pur di garantire lo svolgimento del processo ha rinunciato alla pensione, già rassegnata il 25 settembre 2020 e prevista per lo scorso 1° gennaio. Il presidente ha poi anche deciso di rinviare la prima udienza dal 15 gennaio all’11marzo prossimo, per evitare sorprese e garantire il processo. In pensione non ci andrà e sarà lui a presiedere la Corte d’Assise che dovrà giudicare il maresciallo Franco Mottola, lamoglieAnnamaria, il figlio Marco accusati dell’omicidio volontario di Serena Mollicone, e i carabinieri Vincenzo Quatrale di concorso in omicidio e Francesco Soprano di favoreggiamento.
«Questo presidente», ha fatto sapere il giudice Capurso, «ha provveduto a modificare la composizione della Corte d’Assise che ora lo vedrà assumere
personalmente la funzione di presidente titolare prima dell’inizio del processo Mollicone…».
Vent’anni anni di indagini a vuoto, depistaggi, occultamenti, menzogne, l’arresto del carrozziere Carmine Belli, assolto in due processi dopo un anno e mezzo di carcere, finalmente sembrano trovare una soluzione. Una storia tragica quella di Serena che sparì il 1° giugno 2001. Il suo corpo martoriato fu ritrovato due giorni dopo in un bosco. La vera svolta nelle indagini arrivò solo 7 anni dopo, nell’aprile del 2008, quando il brigadiere Santino Tuzi rivelò aimagistrati che lamattina in cui Serena scomparve la vide entrare in caserma: il maresciallo Mottola la fece salire nel suo appartamento.
Alle 14.30, quando Tuzi smontò dal servizio, Serena non era ancora uscita. Tuzi doveva essere ancora interrogato quando si tolse la vita sparandosi con la sua pistola d’ordinanza.
SONO STATE DECISIVE LE INDAGINI DEL RIS
Solo il 24 luglio scorso, grazie a una indagine decisiva del Ris, il Gup di Cassino, Domenico Di Croce, ha accolto le richieste del Pm Maria Beatrice Siravo e ha rinviato a giudizio il maresciallo Franco Mottola, la moglie Annamaria e il figlio Marco per omicidio volontario e occultamento di cadavere, Francesco Soprano, per concorso in omicidio, e Vincenzo Quatrale, per favoreggiamento e istigazione al suicido di Tuzi.
Per l’accusa, Serena, che forse aveva minacciato di denunciare il figlio del maresciallo per spaccio di droga, dopo un violento alterco venne aggredita in un alloggio della caserma. Nella collutazione sbattè la testa contro una porta (il Ris ha scoperto la traccia) e svenne. Gli aggressori forse persero la testa credendo di averla uccisa, per questo l’avrebbero legata avvolgendole il volto in un sacchetto. Così la ragazza sarebbemorta soffocata. Poi la abbandonarono in un bosco.
Gli imputati urlano la loro innocenza. Ci sarà battaglia sulle prove scientifiche. Sarà un processo difficile, ma fortunatamente in mano a un grande magistrato.