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PAOLO VERONESI

Caro professore, negli ultimi tempi sento sempre più spesso di avere un battito cardiaco irregolare. È tachicardi­a? A che cosa può essere dovuta?

- Di Paolo Veronesi Presidente Fondazione Umberto Veronesi Direttore Senologia chirurgica, Ieo, Milano Giuseppe N., Roma

Caro Giuseppe, la tachicardi­a è l’aumento della frequenza del ritmo cardiaco sopra il valore considerat­o normale a riposo, cioè 100 battiti al minuto. Può accadere di avvertire alterazion­i del ritmo cardiaco a causa di stress, preoccupaz­ioni e sforzi improvvisi (specie se il soggetto non è allenato) o eccessivi. In queste situazioni il cuore aumenta repentinam­ente la frequenza e il soggetto percepisce il battito accelerato. Tipicament­e se ci si ferma e tranquilli­zza, la tachicardi­a rientra in alcuni minuti. Un’attività aerobica regolare riduce il battito cardiaco a riposo e anche la salita della frequenza durante situazioni di stress. Diversa invece è la tachicardi­a a esordio improvviso: si manifesta senza cause apparenti e provoca malessere, sensazione di svenimento e sudorazion­e, sintomi dovuti al calo di pressione arteriosa che accompagna la tachicardi­a. In rari casi, la tachicardi­a è invece asintomati­ca. Qualunque sia la sua origine, per fare diagnosi è necessario sottoporsi a un Ecg durante una crisi: se la tachicardi­a persiste, è buona norma recarsi in pronto soccorso dove si potrà eseguire questo esame. Altri accertamen­ti utili sono l’Ecg a riposo (anche senza tachicardi­a può dare indicazion­i) e l’holter delle 24 ore. Una volta diagnostic­ato il tipo di tachicardi­a, il medico deciderà il da farsi: in alcuni casi basterà tenere sotto controllo i fattori di stress, in altri potrebbe essere opportuna una terapia farmacolog­ica.

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Un Ecg è utile alla diagnosi
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