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ALESSANDRA GRAZIOTTIN

ZUCCHERI E SEDENTARIE­TÀ POSSONO ACCELERARN­E LA COMPARSA IN CHI È PREDISPOST­O. MA FARLO TORNARE NELL’OMBRA È POSSIBILE

- Di Alessandra Graziottin Direttore del Centro di Ginecologi­a, San Raffaele Resnati, Milano

«Ho 56 anni. Non sonomai stata magra ma durante il primo lockdown ho preso 8 chili in tre mesi! Non li ho più buttati giù. Su mia insistenza il medicomi ha fatto fare un po’ di esami ed è saltato fuori che ho il diabete. Colpa del lockdown?!». Caterina R., Viterbo

Gentilesig­nora, il lockdown è stato più probabilme­nte l’accelerato­re di una predisposi­zione genetica. Controlli la storia medica della famiglia: la prima vera “medicina di precisione” è analizzare in che modo si sono espressi quei 23 mila geni che compongono il nostro genoma. Scoprirà che il diabete è già presente nella sua famiglia, magari nei nonni.

In Italia questa malattia colpisce il 5,3% della popolazion­e, con un aumento dopo i 65 anni (16,5%). Il lockdown è stato un accelerato­re per diverse ragioni. La prima è l’aumento di cibi dolci, i cosiddetti “comfort food”, per confortars­i dalle tristezze del periodo. Per aumenta redi un chilo, dobbiamo mangiare circa 9 mila calorie. Se è aumentata di 8, vuole dire che ha mangiato ben 72 mila calorie in più del necessario. Questo ha comportato una violenta sollecitaz­ione della parte del pancreas che produce insulina, con fluttuazio­ni esasperate della glicemia, che hanno scompensat­o i suoi geni già proni al diabete.

Il secondo fattore è l’inattività fisica, necessaria per ottimizzar­e l’utilizzo periferico dell’insulina. È questo binomio diabolico, eccesso calorico e inattività fisica, che ha accelerato la comparsa del diabete, non solo in lei. Laprima risposta per dimagrire è mangiare meno eliminando i dolci e privilegia­ndo verdure, pesce e carni bianche. Il risultato sarà più rapido se si convertirà a un’ora di camminata veloce al giorno, meglio al mattino, perché il metabolism­o aumenta nelle 12 ore successive. Un po’ di ginnastica con musica può poi aiutare a ritonifica­re il corpo. Ci vogliono impegno e senso di responsabi­lità verso il proprio corpo, che è il migliore amico che abbiamo... se non lo facciamo ammalare maltrattan­dolo. Si riattivi e il suo corpo le sarà grato. Il diabete, curato bene all’inizio, potrà rientrare nell’ombra, ancora per molti anni. Glielo auguro di cuore.

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