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LA SPESA CONSAPEVOL­E

- S.F.

I SEGRETIDEL­LA POLENTA PERFETTA IN QUATTRO MOSSE

È tempo di polenta da condire, con sughi, carni, formaggi e tutto quello che vi viene in mente: e si può usare il giorno dopo o per fare dei dolci. Piatto della tradizione, ha origini lontane: si ha notizia fin dall’antichità di pietanze preparate con farine poi sostituite, dopo la scoperta dell’America, col mais. Per realizzare la polenta ci vogliono pochi “ingredient­i”: farina gialla, acqua, sale, un paiolo in rame e tanto “olio di gomito”: dovrà essere curata e mescolata, con un mestolo di legno, per tutta la sua cottura di circa un’ora.

Tipi. In Lombardia si usa la farina di mais bramata e si ottiene una pietanza rustica e saporita; tipica della Valtellina è la taragna in cui si miscelano farina di mais, di grano saraceno, formaggio e burro; In Veneto c’è la polentina che si ottiene dal mais bianco

(da provare con il pesce). Dolce è quella di Vicenza, che si prepara con latte, zucchero, frutta fresca e pangrattat­o, o la triestina, da fare con sciroppo di prugne e rum. Se avanza? Tagliala a fette spesse emetti in forno o friggila.

Farine. Andate a caccia delle farine locali, integrali o bio. Per qualcosa di colorato testate quella trentina e rossastra di Storo o quella Negra della Val di Non fatta con grano saraceno dal tono grigio scuro.

Tempo. Per essere cremosa deve cuocere per un’ora ed essere mescolata con continuità. Va bene un cucchiaio di legno o una frusta. Quando fa la crosticina sui bordi è pronta.

Acqua. Servono 4 litri per chilo di farina e deve essere di qualità. Se quella del vostro rubinetto sa di cloro o calcare prendete quella in bottiglia. Se usate farine integrali o per polente cremose, eccedete un po’ con la parte liquida.

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Rustica e “taragna”

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