Oggi

Emanuela Orlandi La verità in un film fatto sparire

LIBERATE EMANUELA È STATO GIRATO TRE MESI DOPO LA SCOMPARSA DELLA RAGAZZA. IN TURCHIA. MAÈ SVANITO NEL NULLA. PERCHÉ, SECONDO LA FAMIGLIA, LÌC’È LA CHIAVE DEL GIALLO

- di G. Sulas

Cè un film fantasma che da 37 anni, come un macigno inamovibil­e, blocca la soluzione del giallo sulla scomparsa di Emanuela Orlandi. Una scomparsa che rimane, dal 22 giugno 1983, un mistero. La ragazza, cittadina vaticana, figlia del Messo Pontificio che ogni giorno consegnava la Posta a Papa Woityla, scomparve all’uscita da una lezione di musica nella chiesa di Sant’Apollinare in pieno centro a Roma. Da quel giorno solo depistaggi e menzogne, anche se Papa Woityla un messaggio l’aveva lanciatoch­iaro: «Èunattodi terrorismo internazio­nale».

Maper risolvere ilmisterod­i Emanuela oggi si scoprecheb­isognaprim­atrovare la soluzione a un altro intrigo legato al primo a filo doppio. Risolvendo­ne uno si risolvono entrambi. Molti ne sono

sicuri, a cominciare da Pietro Orlandi, il fratello di Emanuela che non ha mai smesso di cercare sua sorella: «La soluzione di uno dei due ci porterà a capire e risolvere entrambi. Ne sono convinto» rivela al nostro giornale. E molti sospetti li ha anche Laura Sgrò, brillante avvocato romano che assiste la famiglia Orlandi prendendo il posto dell’ex magistrato Ferdinando Imposimato, un investigat­ore che dietro l’attentatoa­lPapaaveva scoperto il terrorismo internazio­nale e poi il collegamen­to con il rapimento di Emanuela, senza essere ascoltato. Maqual è questo secondo misterioso intrigo legato alla Orlandi? C’è, anzi c’era, un film fantasma girato in Turchia tre soli mesi dopo la scomparsad­i Emanuelane­lquale si nasconde la verità sul giallo del Vaticano. Per questo è stato fatto sparire all’istante, prima ancora che fosse iscritto al PubblicoRe­gistro e avesse superato il visto della censura. Liberate Emanuela, il titolo del filmche non è mai stato proiettato in una sala cinematogr­afica. Lo ha raccontato con numerosi “omissis”, prima di morire, Gianni Crea, il regista calabrese che l’ha girato e montato. Dissechene­ll’estate1983­loavevaaff­ascinato la storia del rapimento di Emanuela. Raccolse tutte le informazio­ni affidandos­i alla lettura dei giornali e poi corse a Istanbul a girarlo affidando il ruolo della povera Emanuela a Om

bretta Piccioli, una ragazzina fiorentina di 15 anni (poi diventata una star dei fotoromanz­i) solo perché aveva vinto un concorso per teenagers.

Ma perché il regista andò a girare proprio a Istanbul e nonaRomado­veEmanuela­erastata rapita? Forseper ragione di costi, manonsolo. Lo spiegano bene i carabinier­i del Reparto Operativo di Roma, chedalla seradel rapimentod­ella ragazza erano allertati al massimo. Abbiamo scoperto un Rapporto giudiziari­o riservatis­simo inoltrato 37 anni fa al Sostituto Procurator­eDomenico Sica, titolare delle indagini. Due soli giorni dopo la conclusion­e dei lavori del film i Carabinier­i di Roma sapevano tutto dimostrand­o quanto fossero attenti a questa operazione considerat­a delicatiss­ima.

Nel rapporto rivelano che i produttori sarebbero due trafficant­i turchi, Ugur Terzioglue­VedatSakir, residenti a Roma e Milano, che sono a loro volta in stretto contatto con Bekir Celenk, indagato in Italia per traffico di droga e armi, imputato chiave nel processo per l’attentato a Papa Wojtyla, accusato da Agca di aver fatto l’intermedia­rio per i servizi segreti bulgari nell’organizzar­e l’assassinio del Pontefice. Siamo nel 1983. Meno di due anni dopo Celenk morirà in carcere per un infarto.

Ugur Terzioglu, rivelano i Carabinier­i, ha una società cinematogr­afica che produce filmdi scarso valore artistico. «Tenuto conto di tali notizie e del fatto che da pochi giorni il regista Gianni Crea avrebbe terminato il film Liberate Emanuela ispirato alla vicenda Orlandi, questa sezione ha esperito indagini intese ad acquisire notizie sui citati personaggi e su eventuali, possibili legami tra di essi, il regista Crea e la realizzazi­one del filmsulla scomparsa di Emanuela. Il citato Terzioglu avrebbe collaborat­o alla realizzazi­one del suddetto film, peraltro totalmente girato in Turchia, ove impresari cinematogr­afici di Istanbul non ricordano di aver sentito trattare di una pellicola simile».

UNA COPIA SEQUESTRAT­A, L’ALTRA RUBATA

E i Carabinier­i avanzano il sospetto che Terzioglu, in quanto legato a Celenk, possa conoscere notizie sulla scomparsa della ragazza. Come dire, quel film su Emanuela potrebbero averlo girato i complici dei rapitori o addirittur­a gli stessi rapitori. Perché?

Quale messaggio volevano far trapelare? Chi erano gli attori? E qual era il ruolo del regista Gianni Crea? Perché il film scomparve?

Il regista disse di averne riportato in Italia due copie ma venne subito convocato dall’avvocato Gennaro Egidio, il legale della famiglia Orlandi. Visionaron­o la pellicola, l’avvocato ammise che eraunottim­o filmmane chiese e ottenne il sequestro immediato sostenendo che il regista non aveva l’autorizzaz­ione degli Orlandi per girarlo. Era solo un pretesto per entrare in possesso della pellicola che doveva essere consegnato agli inquirenti. La famiglia Orlandi infatti non ha mai visto il film.

E la seconda copia che fine ha fatto? Era custodita negli uffici della casa cinematogr­aficaGaumo­nt. Quando qualcuno l’ha cercata gli è stato detto che era stata rubata. Liberate Emanuela non c’era più.

Quando? Perché? Da chi? Il furto era stato denunciato? Anche nel caso del film fantasma solo depistaggi, ostinati e impenetrab­ili silenzi, informazio­ni pilotate, allusionid­ai significat­i ambigui. E forse anche tantapaura. Il silenzio in certi casi è una bella garanzia.

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Il fratello non n si è ancora arres arreso

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