Il dialetto di Lolita è barese o “banfese”?
Mentre alla Rai si stappano bottiglie per il successo di Lolita Lobosco, sui social (e ti pareva) e dalla colonne dei quotidiani del Sud è già iniziato il processo alla fiction. I capi di accusa sono parecchi: Bari, il teatro delle indagini, è una cartolina più che una città; i suoi abitanti pensano solo a panzerotti, focacce e birre da bere sul lungomare e soprattutto la lingua usata è un dialetto inverosimile, pesante e grottesco: praticamente più che un barese, un “banfese”, ossia quella lingua a base di «Madonna dell’incoroneta» e di
«Ti spezzo la noce del capocollo» che ha fatto la fortuna di Lino Banfi, il quale ricorda: «Io mi inventai una lingua esagerata, per distinguermi e bucare lo schermo. Ma ricordo che col successo arrivarono anche le reprimende dell’intellighenzia
barese che mi accusava di dare un volto e una voce a un personaggio che per tutta l’Italia era diventato il barese tipo, ma che in realtà a Bari non esisteva, e che per questo infamava i veri baresi». Dunque al povero Banfi veniva sostanzialmente imputato di aver fatto (consapevolmente o no) tesoro di Pirandello, per il quale «la lingua esprime il concetto, e il dialetto il sentimento
delle cose» . Per questo motivo il Montalbano di Camilleri usa una lingua tutta sua, chemescola l’italiano a parole di cinque dialetti siciliani, e per questo Totò e Peppino, arrivati a Milano, apostrofano un allibito ghisa con un improbabile «Noio volevan savuar l’indiriss». Quattro parole che tradiscono lo spaesamento del provinciale nella grande metropoli più di un tomo di sociologia.
E dunque? E dunque forse la chiave di lettura dell’indignazione barese ce l’ha Lino Banfi: «Se nota, gli unici a protestare sono sempre quelli di Bari città. Il problema è che per colpa mia e del banfese, che è una libera reinterpretazione del dialetto di Canosa, per tutti loro parlano con le “e” al posto della “a”, ma in realtà la loro cadenza è diversa, pronunciano la “a” quasi alla francese. Però, visto anche il successo prima dei miei film e ora della fiction, credo che sia una questione che sta a cuore a poche persone, ma capaci di far sentire la loro voce. Nel peggiore dei casi, se la brava e bella Luisa Ranieri verrà accusata formalmente di “apologia di banfismo” io sarò al suo fianco».