Come sarebbero i saluti “all’italiana”?
L’EX DIRETTORE DEL BRITISH COUNCIL, ACCUSATO DIMOLESTIE DA UNA DIPENDENTE, ÈSTATOASSOLTO ALONDRACONUNASTRANAGIUSTIFICAZIONE
Vai a una festa del capo delBritishCouncil aRoma. Losalutiprimadi andartene. E lui, Paul Sellers, un tipobellocciosulla sessantina, ti agguanta, ti palpa il seno, ti si incollaallabocca. Allora tu denunci. Sei un’impiegata dell’ambasciata, per fortuna adesso c’è stato il MeToo e, invece di ignorarti, viene aperta una inchiesta interna. Sellers viene costretto a dimettersi.
Però lui non ci sta, e gli viene inmenteunamossa strategica. Farsi giudicare a Londra. E, a Londra, due anni dopo, il tribunale gli dà ragione. L’impiegata è una bigotta. «È lo stile italiano dei saluti», testimonia la moglie di Sellers. E qui la vicenda cambia segno. E ci riguarda due volte. Gli inglesi, si sa, hanno un’idea del mondo tutta loro, e la storia li ha convinti, fino a un secolo fa, che sono superiori. Ma a me pare inaccettabile farsi dire da un tribunale inglese che noi italiani siamo palpeggiatori seriali, molestatori abituali. Che ci baciamo sulla bocca da capo a sottoposto, che i nostri capi abbracciano le impiegate palpeggiandole e che, in generale, per noi la promiscuità fisica è una abitudine quanto la pizza e ilmandolino. Nonmistupisce la solitamoglie che crede di proteggere la suadignità negando le responsabilità del marito. Mami colpisce il giudice. Mi parechelasua ignoranza sia persino peggiore dell’arroganza di Sellers. Per nonpochi britannici, noi italiani siamosimpatici cialtroni. Il saluto abituale francese sono tre baci sulle guance, anche tra chi intimonon è. Il salutoitalianoè “ciao”. Il saluto di troppi inglesi ubriachi è saltartiaddosso. Echiamarlo italian style è una comoda menzogna. O no?