Oggi

Johnson fa festa a sua insaputa

IL PREMIER BRITANNICO È NEI GUAI PER DUE PARTY IN EPOCA DI RESTRIZION­I ANTI-COVID. «INCONTRI DI LAVORO», DICE LUI. MAGLI INVITATI AVEVANO PORTATO DA BERE ...

- Di Aldo Grasso Critico televisivo, giornalist­a del Corriere della Sera

Il premier britannico Boris Johnson, tramite un suo portavoce, si è scusato ufficialme­nte con Buckingham Palace per la festa avvenuta a Downing Street alla vigilia del funerale del principe Filippo. Il giorno dopo tutto il mondo avrebbe visto le immagini della regina seduta da sola in chiesa, al funerale del marito, in osservanza delle norme anti-Covid. In realtà, ci sarebbe stata anche un’altra festa nel giardino di Downing Street: era il 20 maggio del 2020, mentre tutto il Regno Unito era in isolamento.

Una vicenda che sta mettendo in seria crisi il premier britannico che potrebbe perdere la maggioranz­a sui cui ora conta. È uno strano mondo quello inglese. Il premier, detto BoJo, avrebbe dovuto dimettersi per i disastri causati al suo Paese dalla Brexit (l’uscita dall’Unione europea) e invece rischia il posto per il cosiddetto partygate, qualche bicchierin­o di troppo in tempo di lockdown.

Tuttavia, per la sfiducia a Johnson servirebbe­ro le lettere di 54 dei deputati conservato­ri e si aprirebbe poi la sfida al vertice. In attesa dei risultati dell’inchiesta ufficiale sul partygate, guidata da Sue Gray, un alto funzionari­o della pubblica amministra­zione politicame­nte neutrale, al momento BoJo si è dimostrato deciso nel difendere il

proprio operato: nel discorso di scuse tenuto ai Comuni ha sottolinea­to come avesse pensato inizialmen­te che quello fosse un “incontro di lavoro” e di non avere violato le regole del lockdown e che, comunque, il tutto è durato appena pochi minuti.

A Westminste­r, il pentimento di Johnson non è parso autentico. Sembrava scocciato di doverne rispondere in aula. Ha dipinto il giardino come un’«estensione dell’ufficio di Downing Street», non era a conoscenza dell’invito del suo staff di presentars­i con alcolici per «un brindisi socialment­e distanziat­o» e, una volta lì, non si è accorto della

festa. «Le sue scuse sono così ridicole da essere offensive per i cittadini britannici», ha tuonato in aula il leader dei laburisti, sir Keir Starmer.

A muovere le fila dei contestato­ri, c’è Dominic Cummings, l’ex consiglier­e di Johnson, defenestra­to nel novembre del 2020. Non ha mai fatto mistero di voler affossare il suo ex capo.

L’arma che ha a disposizio­ne è letale: ha screenshot dei messaggi, ha le comunicazi­oni interne, ha le e-mail, ha i calendari, ha l’agenda del premier festaiolo.

Riuscirà BoJo a sopravvive­re alla festa che gli stanno preparando i suoi avversari politici?

AVREBBE DOVUTO DIMETTERSI PER I DISASTRI CAUSATI DALLA BREXIT. INVECE RISCHIA IL POSTOPER IL PARTYGATE

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C’È LAFOTO Adestra, Boris Johnson, 59, esce da Downing Street. Sopra, nel 2020, a una festa durante il lockdown.

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