Aiuto dagli animali per i trapianti
Caro professore, ho letto che è stato recentemente effettuato un trapianto di cuore da animale a uomo. Che senso ha tutto ciò?
Cara Elisabetta, la notizia che ha letto si riferisce alla vicenda di un 57enne statunitense che il 7 gennaio ha ricevuto un cuore perfettamente funzionante proveniente da unmaiale. L’idea di utilizzare organi animali non è nuova: negli Anni 60 furono trapiantati su esseri umani reni di scimpanzé che durarono solo 9mesi. Nel 1984 fu eseguito un trapianto di cuore da babbuino a neonato. Un intervento salvavita che ebbe effetto
solo per 20 giorni. Il ricorso agli animali è sempre stato visto dalla ricerca come una via alternativa per reperire gli organi, sempre meno disponibili.
Il vero problema però è rappresentato dal fenomeno del rigetto. Anche quando si riceve un organo da un donatore compatibile, il trapiantato deve assumere per tutta la vita dei farmaci anti-rigetto perché il sistema immunitario, quando vede il nuovo organo, lo riconosce come estraneo e per questa ragione si attiva nel tentativo di eliminarlo. Un organo compatibile, tibil dunque, è un organo che somiglia in tutto e per tutto a quello del ricevente. Nel caso da lei citato gli scienziati hanno creato un maiale alterandone le caratteristiche genetiche. Grazie alle più moderne tecniche che consentono la correzione di precise porzioni del Dna, i ricercatori hanno sia eliminato i geni responsabili del rigetto sia inserito alcuni che hanno “umanizzato” l’organo. Il trapianto al momento è andato a buon fine. Se nel tempo i risultati saranno duraturi, gli animali potranno rappresentare in futuro una fonte di nuovi organi da trapiantare.