Una poltrona per due
Si scalda la corsa per la presidenza di Intesa Sanpaolo: per ora in gara Gros Pietro e l’ex ministro Profumo.
La scelta del nuovo presidente di Intesa Sanpaolo sarà un derby piemontese? Il colosso bancario nei prossimi mesi cambierà pelle: fino ad oggi è stato guidato da un doppio vertice, il modello duale, che ha visto convivere il consiglio di gestione presieduto dal piemontese Gian Maria Gros-Pietro e quello di sorveglianza con al vertice il lombardo Giovanni Bazoli. In futuro ci sarà solo un consiglio d’amministrazione composto da 19 membri, governato da un presidente e del quale farà parte l’amministratore delegato.
Per la scelta del nuovo presidente la corsa è aperta. Fino a poche settimane fa in pole position c’era Gros-Pietro che a molti sembra il candidato ideale continuando, anche se in forma diversa, la convivenza con Bazoli destinato a diventare presidente emerito. Nelle ultime ore la corsa solitaria di Gros Pietro è stata però interrotta dall’avanzare di una nuova candidatura. È quella di Francesco Profumo, ex ministro della Ricerca ed attuale presidente di Iren, la multiutility nata dall’alleanza tra le ex municipalizzate di Torino, Genova e Parma. Profumo disporrebbe di un alle- ato potente, il sindaco di Torino Piero Fassino. Nella bozza di nuovo regolamento per l’elezione del consiglio di amministrazione, che dovrà superare l’esame della Bce, il ruolo dei piemontesi nello scegliere il futuro numero uno di Ca’ de Sass sarà determinante. La lista destinata a conquistare la maggioranza dei 19 membri del consiglio della più grande banca italiana sarà monopolizzata dalle fondazioni bancarie e tra queste la Compagnia di San Paolo è la più potente. E in Compagnia San Paolo la voce del sindaco di Torino è particolarmente ascoltata perché sarà proprio Fassino a scegliere il nuovo presidente della fondazione nella primavera del 2016. Da questo complesso meccanismo è evidente che il candidato torinese alla presidenza di Intesa partirà con un buon vantaggio.
Il passaggio dal duale al monistico potrebbe trasformarsi in una grande rivincita dei torinesi nei confronti dei rivali milanesi, che quando nacque Intesa Sanpaolo fecero la parte del leone imponendo il trasferimento oltre-Ticino delle più importanti funzioni direzionali e assegnando a Giovanni Bazoli, il ruolo di dominus della banca.