Contribuente batte fisco 5 a 4
I dati sul contenzioso fiscale: solo nel 44 per cento dei casi lo Stato ha pienamente ragione.
La polemica è di quelle velenosissime: con le norme fiscali approvate dal governo si aiutano gli evasori. È vero? Bisognerà aspettare per dare una risposta, ma quello che per ora si sa è che quando il fisco contesta a un cittadino un’imposta, cioè gli manda a casa una cartella esattoriale, e il cittadino fa ricorso, il fisco spesso esce dal tribunale di primo grado con le ossa rotte.
I veri dati del contenzioso fiscale in Italia li ha raccolti #Truenumbers, la webserie di informazione di PanoramaTv, disponibile sul sito Panorama. it, che racconta i fatti solo attraverso i numeri.
E le cifre del contenzioso fiscale in Italia sono sbalorditive. Nei processi tributari di primo grado conclusisi nel 2014, l’ente che ha contestato un’imposta a un cittadino ha avuto ragione nel 43,8 per cento dei casi, nel 9,8 il giudice ha diviso la ragione tra il cittadino e il fisco; nel 30,9 aveva totalmente ragione il contribuente; nel 14,4 per cento dei casi la tassa contestata non era dovuta e, infine, nello 0,89 per cento dei casi il contribuente e il fisco si sono accordati per un pagamento generalmente inferiore all’importo contestato. Quindi: nel 56 per cento dei casi l’ente fiscale ha avuto torto o non completamente ragione.
Tradotto in euro: dei 27,6 miliardi, che corrispondono al valore delle sentenze tributarie di primo grado emesse nel 2014, ben 6,4 miliardi non dovevano essere pagati; 6,1 riguardavano contestazioni per le quali è cambiata la legge e per 4 sono state emesse sentenze intermedie. Questo significa che il fisco, nel 2014, ha chiesto ai cittadini di pagare una somma pari al doppio del dovuto.