PRIMO PROBLEMA: QUEI MILIARDI DI DEBITI
I nuovi sindaci di Roma e Torino hanno di fronte non solo due città difficili da amministrare. Ma anche una voragine nei conti. Che Matteo Renzi di certo eviterà di ripianare.
Se Matteo Renzi volesse vendicarsi di Virginia Raggi, sindaco 5 stelle di Roma e di Chiara Appendino, sindaco 5 stelle a Torino, dovrebbe fare una sola cosa: niente. Assolutamente niente. Non muovere un dito, non rispondere al telefono, non farsi trovare quando bussano alla porta. Perché Raggi e Appendino hanno trionfato nelle due città italiane più disastrate, schiacciate da una mole di debiti da paura e che non possono programmare il futuro in serenità senza lo sguardo benevolo del governo di Roma. Se l’intenzione è quella di dimostrare che Raggi e Appendino non sono in grado di governare, basta… lasciarle governare da sole.
Il caso più complicato è Roma. Il Comune produce un deficit di 100 milioni al mese. Un’enormità. E questo nonostante che il cittadino laziale, nel 2014, sia costato in trasferimenti pubblici dallo Stato, 6.133 euro contro i 2.265 di un lombardo. Nel 2014 il governo Renzi fece un regalo inestimabile a Ignazio Marino permettendogli di scaricare su un altro ente pubblico, la Gestione commissariale del debito di Roma, 600 milioni di debiti accumulati tra il 2010 e il 2014 e ha permesso all’ex sindaco di presentare un bilancio del Comune ripulito. Una cortesia che Renzi eviterà di fare a Virginia Raggi, il volto glamour del partito di Grillo.
Ma se la Raggi non può contare sulla «sponda» del governo, nemmeno può contare sulla collaborazione di Silvia Scozzese. Chi è? È il commissario a capo della Gestione del debito del Comune di Roma che ammonta ancora a circa 12 miliardi (dai 22,4 che erano nel 2010). La Scozzese, ex assessore al Bilancio della giunta Marino e candidata a tornare su quella poltrona in caso di vittoria di Giachetti, ha in cassa ancora circa 1,5 miliardi ai quali si aggiun-