Malata e reticente
Mentre la corsa della Clinton verso la Casa Bianca è messa fuori gioco per una polmonite, i democratici iniziano
A Hillary Clinton, 68 anni, gli americani possono perdonare una polmonite, non la scarsa onestà sulla sua salute. E la non sincerità considerata viene grave. un peccato
Meno di un mese fa Hillary Clinton navigava con il vento in poppa nei ultimi sondaggi, con il rivale Donald Trump in crisi, ora invece l’ex first lady si trova ad affrontare il momento più difficile da quando è scesa in campo per la corsa alla Casa Bianca. E, in questi giorni, c’è anche chi avanza lo spettro di una sua clamorosa uscita di scena dalla gara elettorale.
A mettere nei guai la Clinton è la salute, ma il problema vero è politico oltre che medico. Dopo il mancamento avuto durante la cerimonia per il 15esimo anniversario dell’11 settembre (le era stata diagnosticata una polmonite, tenuta nascosta), il malore in mondovisione ha trasformato le supposizioni sul suo stato di salute da teoria complottista a tema centrale della campagna elettorale.
La malattia in sé, però, si può curare con normali antibiotici e una persona in buone condizioni in genere guarisce nel giro di una settimana; ciò che la sta mettendo nei guai è il modo in cui ha gestito la situazione, e la verità tenuta a lungo nascosta. A calmare le acque non sono bastate le rassicurazioni dell’ex first lady, che ha tentato di giustificare la mancata trasparenza affermando che «non pensava che la sua polmonite fosse un grosso problema». Buona parte dell’opinione pubblica americana, e persino la stampa amica, si mostra sempre più perplessa verso una figura che ha dimostrato in varie occasioni di non essere sincera e di nascondere fatti rilevanti.
Ancora non è chiaro quali saranno le conseguenze sull’opinione degli elettori, ma l’episodio rischia di complicare non poco la situazione a meno di due mesi all’election day. E gli analisti iniziano a interrogarsi su che cosa potrebbe succedere da oggi all’8 novembre.