Il caso Regeni e l’omertà di Cambridge
Il ragazzo è stato mandato allo sbaraglio dai prof inglesi, ma si punta solo sulle reticenze dell’Egitto (che ci sono).
Una luce, ancora fioca, inizia a illuminare il caso di Giulio Regeni, il giovane studente friulano sequestrato il 25 gennaio al Cairo e torturato a morte. Un ex sindacalista degli ambulanti nella capitale egiziana, Mohamed Abdallah, che Regeni aveva contattato per la sua ricerca, lo ha denunciato alla polizia due settimane prima della scomparsa. E, proprio su questo personaggio chiave e sul suo ambiente, la tutor dell’università di Cambridge prende le distanze dal ricercatore. Salvo essere smentita da una mail che era stata inviata dallo stesso Regeni alla madre.
Il quotidiano La Stampa rivela che Maha Abdelrahman, docente di riferimento di Regeni a Cambridge per la sua ricerca in Egitto, ha risposto per iscritto agli inquirenti romani, dopo aver rifiutato di farsi interrogare. «È stato il ragazzo a volersi occupare dei sindacati oppositori al regime» sostiene la tutor. Eppure Regeni aveva scritto una mail molto chiara: «Non volevo occuparmi di questo settore. Ho cercato di fare resistenza e ho spiegato che non volevo farlo, ma la prof ha insistito e ho dovuto accettare». All’ennesima richiesta di spiegazioni da parte di Panorama, l’università di Cambridge non risponde. Tra l’altro: chi aveva introdotto Regeni al sindacalista? Forse i contatti di Cambridge? Quanto a Maha Abdelrahman, Panorama ha scoperto che era tutt’altro che al di sopra delle parti: sulla sua pagina Facebook, usata fino al 2013, aveva il simbolo delle quattro dita dei Fratelli musulmani, fuorilegge in Egitto.
Al Cairo Regeni aveva contattato Mohamed Abdallah, rappresentante degli ambulanti, cui aveva promesso un finanziamento di 10 mila sterline dalla fondazione britannica Antipode per uno studio sugli ambulanti. Ma Abdallah voleva intascarsi una fetta della somma. E Regeni si era tirato indietro, scrivendo sul suo computer: «Miseria umana». Al summit con i magistrati italiani, il 9 settembre, il procuratore generale egiziano, Nabeel Sadek, ha detto che il 7 gennaio Abdallah aveva denunciato Regeni alla polizia, forse come sospetta spia o agitatore. «All’esito delle verifiche, durate tre giorni, non è stata riscontrata alcuna attività di interesse per la sicurezza nazionale» ha spiegato il procuratore. «Quindi sono cessati gli accertamenti». Dopo 15 giorni però Regeni spariva, per venir ritrovato il 3 febbraio morto a Giza. Nella stessa zona dove l’ex sindacalista lo aveva denunciato. ( Fausto Biloslavo)
Manifestazione studentesca a Udine per chiedere verità sul caso Regeni, il 26 maggio scorso. visitatori (60 mila l’anno scorso) scopriranno le eccellenze di mare e di terra, attraverso degustazioni e show cooking. Non solo. Blue Sea Land, di cui Panorama è media partner, ha in programma anche workshop, spettacoli e momenti di dialogo interculturale e interreligioso. Per non parlare del business: previste più di 50 delegazioni straniere e, promossi dall’Ice (l’agenzia per la promozione all’estero delle imprese italiane), oltre 1500 incontri commerciali. Per il programma, consultare il sito www.bluesealand.eu