«Pochini tre miliardi per la crescita»
Favorevole al referendum ma critico sulla politica economica. Un Vincenzo Boccia di lotta e di governo spiega al pubblico di «Panorama d’Italia» la linea della Confindustria: più risorse per lo sviluppo industriale.
Dolce: «Il sì al referendum è una precondizione essenziale per lo sviluppo». E amaro: «Tre miliardi di risorse per la crescita sono il minimo per iniziare una politica nuova». È un Vincenzo Boccia di lotta e di governo quello che è tornato dopo due anni ai microfoni di «Panorama d’Italia» a Salerno, la sua città: aveva partecipato nel 2014 alla prima tappa del tour di quell’anno, come eccellenza del territorio, con la sua Arti Grafiche; ci è tornato da neoeletto presidente della Confindustria. E, stimolato dalle domande del direttore di Panorama Giorgio Mulè, non si è limitato a dire cose che suonassero gradevoli alle orecchie del premier Matteo Renzi. Più d’uno, anche dei vostri, dice che se vince il no, non cambia niente… Appunto: e noi vogliamo che cambi. Noi siamo per una politica economica dell’offerta, la riforma stabilizza il governo e lo pone nelle condizioni di fare una politica economica di lungo periodo. E riduce l’attuale eccessiva diversificazione delle politiche regionali rispetto a quella nazionale. Renzi ha detto più volte che senza il sì sarebbe andato a casa… Nel contesto di crisi che c’è, un atteggiamento eccessivo. La sua Confindustria sta per presentare il rapporto del Centro studi. Cosa dirà? Che c’è un rallentamento evidente dell’economia. Che pone due questioni: una italiana ed una europea. Sull’Italia dobbiamo reagire velocemente, dipende da noi. In Europa, il Patto di stabilità dovrebbe diventare Patto per la crescita e la stabilità. Che significa politica dell’offerta? Dalla logica degli 80 euro si passa al supporto della produttività. Non siamo contro l’attivazione della domanda interna. Ma si deve sapere che non risolve il problema strutturale della nostra economia. L’Italia è ancora sette punti di Pil indietro