Panorama

BIO GRA FIA

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Philippe Starck, designer e architetto nato a Parigi 67 anni fa, inizia la sua carriera con la produzione di mobili gonfiabili nel 1968. Nel 1981 l’incontro con Jean-Louis Costes permette a Starck di disegnare il famoso Cafe Costes a Parigi. In Italia collabora prima con Enrico Baleri e poi con Driade, Cassina, Flos, Kartell e Alessi. Attualment­e vive e lavora a Parigi (dove ricopre la carica di professore alla École nationale supérieure des arts décoratifs), ma se glielo chiedete vi risponderà che lui e Jasmine (Jasmine Abdellatif, la sua quarta moglie e mamma della piccola Justice) vivono in aria in bolle sospese.

a Bordeaux. Un mio progetto inaugurato recentemen­te vicino alla duna di Pilat. Le camere sono caratteriz­zate da arredi in legno chiaro e calde tonalità di bianco con dettagli in acciaio. Raffinato e senza pretese. Il colore che le piace di più? Per un designer il colore è fondamenta­le, come le note per un musicista o le lettere per uno scrittore. Io adoro il giallo per la sua moderna e dinamica energia. Sappiamo che non guarda la tv: che cosa ama fare nel tempo libero? Per fortuna non ho molto tempo libero, penso che non resisterei anche se la noia è un grande motore creativo. Le piace cucinare? Se posso, sì. Soprattutt­o verdure e cibi crudi. Ma questo, forse, non si può definire cucinare. Che cosa non manca mai nel suo frigo? Champagne senza zucchero e senza solfiti aggiunti. Amo i vini di piccoli e folli viticoltor­i. Buone annate in edizioni limitate di trentasei bottiglie. Il suo piatto preferito? Un uovo alla coque. NOTE D’AUTORE Un ristorante italiano che frequenta? La trattoria Da Romano a Burano. Un ristorante storico in un edificio del Settecento lungo via Galuppi che anticament­e era una delle dodici scuole di merletti esistenti nell’isoletta della laguna veneziana. Per 10 anni e stato il mio ufficio, molti progetti sono nati qui. Quando sono a Burano prenoto sempre un tavolo fuori. E nel mondo? Il prestigios­o e frequentat­issimo Mori Venice Bar, in pieno centro a Parigi, di fronte al palazzo della Borsa, un vero tempio della cucina veneziana nella capitale francese. La colonna sonora dei tuoi pensieri creativi? Lo Starck mix comprende brani di Brian Eno, Roger Eno, Alva Noto e Ryuichi Sakamoto. La sua più grande passione? La passione. Qual è il lavoro che sognava di fare quando era bambino? Cose meraviglio­se, imprese eccezional­i che probabilme­nte non ho realizzato per codardia. Un’utopia, un sogno? Vedere prima di morire una «civilisati­on civilisée», ovvero una civiltà civile.

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Il sound rarefatto di Brian Eno, sopra in un manifesto degli anni Settanta, ispira le creazioni del designer.

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