Quel gioiellino di Pandora
Non si arresta la crescita in Italia e nel mondo del marchio danese di preziosi in argento.
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Già dalle «misure» si capisce che l’abete rosso Joy sarà un albero di Natale da record: 28 metri d’altezza addobbati con 6 chilometri di luci al led e più di 400 palle rosse e argento. E quando il 7 gennaio verrà à tolto dalla piazza del Duomo di Milano, il legno sarà donato nato a una fondazione per essere trasformato in arredi destinatistinati alla città e alle scuole. Un regalo ecosostenibile chehe Pandora ha voluto fare a Milano, la città dove il marchio danese e di gioielli accessibili in argento è sbarcato nel 2010 per conquistare are il mercato italiano con i suoi braccialetti componibili. E da allora a il gruppo quotato alla Borsa di Copenaghen non si è più fermato. «Tra luglio e settembre di quest’anno abbiamo aperto sette negozi monomarca in Italia, 19 negli ultimi 12 mesi. Ora sono 66 e continueremo ntinueremo a investire anche sui negozi multibrand perché il mercatocato ci sta premiando» conferma Massimo Basei, managing director or Southern Europe di Pandora, che dal quartier generale italianoo gestisce i mercati di Spagna, Francia, Grecia, Portogallo, Turchia a e Israele.
Anche i dati globali sono incoraggianti. anti. Nei primi nove mesi chiusi a settembre Pandora ha registratorato un giro d’affari di 2,2 miliardi di euro, che toccheranno quotaa 2,7 a fine anno, con un margine Ebitda in crescita del 27 per centoento nonostante gli investimenti. Tutto merito dell’integrazione verticale. Il gruppo, presente in oltre 100 Paesi, produce i suoi gioielli ielli interamente in Thailandia dove impiega più di 11 mila dei i 16.700 dipendenti. «Lo scorso anno Pandora ha realizzato 100 milioni di pezzi e l’obiettivo è raddoppiare nel prossimomo triennio». Per questo a breve partirà la produzione nel nuovo stabilimento di Chiang Mai da 5 mila dipendenti i nel nord della Thailandia. «Ma anche in Italia solo a ottobre abbiamo assunto 70 persone». E questo nonostante stante il mercato della gioielleria nella Penisola sia ia da anni in contrazione. Il segreto di Pandora? «Continuare are a reinventarci». Dopo i braccialiiali componibili il brand sta puntandondo su anelli, orecchini e girocolli e per contenere i nuovi gioielli ha allargato argato i punti vendita e lanciato gli shop hop in shop nei multimarca. «Oltre al prezzo, il nostro o vantaggio è di aver capito che lo scenario retail era cambiato to e per questo abbiamo puntato su negozi accoglienti, con le e porte aperte, colori chiari, vetrine che cambiano spesso e sette ette collezioni all’anno». Per un acquisto veloce e meno impegnativo come nel fast fashion. ( Mikolikol Belluzzi)