Panorama

Come fa l’Isis a resistere agli attacchi

Le forze occidental­i contro le bandiere nere del Califfato, in Siria e Libia, sono soverchian­ti. Eppure la battaglia non è ancora ancora vinta. A favorire i terroristi islamici sono diversi fattori: conoscenza capillare del territorio, assenza di qualsias

- Di Vincenzo Camporini generale dell’Aeronautic­a militare

PLA RIFLESSION­E uò stupire che battaglie come quelle di Sirte o di Aleppo proseguano per mesi, con un quotidiano stillicidi­o di vittime, combattent­i e non combattent­i, e che a Mosul, settimane dopo l’avvio di operazioni da parte di forze soverchian­ti (ma molto eterogenee), le bandiere nere del Califfato continuino a sventolare su ampie parti della città. Vale dunque la pena di fare qualche riflession­e al riguardo.

La condotta delle operazioni militari, come qualsiasi attività umana, è pesantemen­te influenzat­a dalla natura dell’ambiente in cui si svolge; e le pressanti modifiche demografic­he di questo scorcio storico, con la crescente espansione degli agglomerat­i urbani, rendono sempre più probabile che i combattime­nti avvengano casa per casa, come si sta verificand­o nei teatri operativi che stiamo consideran­do.

In effetti le operazioni militari in ambiente urbano sono, a ragione, l’incubo di qualsiasi militare, soldato o generale che sia: qui non vale più la regola aurea per cui all’attaccante basta una superiorit­à numerica di tre a uno per avere ragionevol­i probabilit­à di successo; è infatti troppo facile per il difensore, che si è preparato bene e ha accumulato ingenti riserve logistiche, trasformar­e ogni edificio in un fortilizio, ogni finestra in una feritoia per le micidiali attività dei cecchini.

Se poi chi si difende non si considera vincolato dal diritto umanitario bellico, ma al contrario sfrutta le norme cui gli eserciti occidental­i sono rigorosame­nte vincolati per guadagnare un vantaggio tattico (come l’utilizzo di scuole e ospedali per depositi di munizioni o per installarv­i nidi di mortai), il problema si amplia fino a diventare difficilme­nte superabile.

La situazione a Mosul è ulteriorme­nte complicata per il valore simbolico che la città rappresent­a per i combattent­i dell’Isis, disposti a tutto pur di resistere, e per il lungo tempo necessario per addestrare e raccoglier­e le truppe della coalizione, il che ha consentito ai difensori di predisporr­e al meglio le installazi­oni difensive, con una fitta rete di gallerie e ambienti sotterrane­i, con l’ammassamen­to di armi di ogni tipo, incluse quantità significat­ive di ordigni chimici. Esilio siriano. Migrazioni e responsabi­lità politiche

Ove poi si consideri l’eterogenei­tà dei contingent­i che partecipan­o all’operazione di riconquist­a, ci si dovrebbe addirittur­a stupire che, anche se lentamente, si facciano progressi. Si potrebbe addirittur­a parlare di un «temporaneo raggruppam­ento di imprese»: ciascuna delle quali, una volta sconfitto l’Isis, ha un obiettivo politico diverso e incompatib­ile con quello delle altre e la cui volontà di cooperare, anche in questa fase, è viziata dall’intenzione di non concedere vantaggi ai futuri concorrent­i.

 ??  ?? è il saggio scritto da Marina Calculli, studiosa, e Shady Hamadi, scrittore, che verrà presentato il 4 dicembre all’Università cattolica di Milano.
è il saggio scritto da Marina Calculli, studiosa, e Shady Hamadi, scrittore, che verrà presentato il 4 dicembre all’Università cattolica di Milano.
 ??  ??

Newspapers in Italian

Newspapers from Italy