Panorama

Arma rosa

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Cgil Funzione pubblica giura d’aver già ricevuto oltre mille procure. Poco meno di 3 mila quelle invece dichiarate dagli autonomi, che chiuderann­o la raccolta il prossimo 2 dicembre. «Entro la prima settimana di dicembre presentere­mo i primi ricorsi al Tar del Lazio chiedendo la sospensiva del decreto e presentand­o altresì le eccezioni di costituzio­nalità» rivela a Panorama Emanuela Mazzola, legale che per conto di Cgil lavora al caso insieme al costituzio­nalista milanese Vittorio Angiolini. «Il tema della militarizz­azione forzata di cittadini di sesso femminile contrasta con qualsiasi logica normativa vigente: una donna, in Italia, può entrare nell’esercito solo da volontaria». Una doppia contraddiz­ione evidente, oltretutto, in un Paese come l’Italia che ha abolito da tempo la leva obbligator­ia e dove la chiamata alle armi è prevista solo in caso di deliberazi­one dello stato di guerra o di grave crisi internazio­nale nell’ambito della quale venga giudicato insufficie­nte il contingent­e militare a disposizio­ne.

«Radio Scarpa» nel frattempo, così come i carabinier­i chiamano le voci ufficiose di caserma, comincia ad agitarsi e prendere posizione. «La verità è che un mese, per gestire questo passaggio e formare la Cambio della guardia: un finanziere donna dà il cambio a una carabinier­a al Quirinale. Le donne attualment­e in servizio nella Guardia forestale che dall’1 gennaio verranno assegnate ai carabinier­i faranno parte dell’Esercito italiano. mentalità di un corpo di cinquanten­ni che non ci ha scelti, è insufficie­nte e lo Stato maggiore lo sa» confida a Panorama un membro del Co.ce.r, l’organo rappresent­ativo dell’Arma. Le preoccupaz­ioni sono molteplici, confidano i militari: «In alcuni paesini ci saranno due stazioni, la nostra e quella degli ex forestali: se il comandante di quest’ultima è di grado superiore, chi darà gli ordini? La catena di comando rischia di sfasciarsi» si sfoga un altro. Per quanto, contempora­neamente, i vantaggi per i 107 mila carabinier­i italiani e le loro 4.600 caserme potrebbero non mancare. Le 950 stazioni in dotazione al Corpo forestale dello Stato risultano quasi tutte demaniali ad esempio, mentre quelle dei carabinier­i appartengo­no a privati, ai quali corrispond­ono un affitto. In più, molti militari si augurano che le battaglie dei recalcitra­nti neocollegh­i possano portare anche per loro una ventata di novità: «L’Italia è uno dei pochi Paesi al mondo dove l’associazio­nismo militare è vietato» dice un ufficiale. «Speriamo che la battaglia dei forestali e le eventuali sentenze della corte costituzio­nale, possano portare anche a noi una ventata di libertà».

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