Panorama

«Putin vuole tornare all’accordo di Yalta»

Attacchi hacker, fughe di notizie, contatti sospetti... Un politologo russo spiega la strategia del Cremlino nell’era Trump.

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L’Europa se ne faccia una ragione». Parola di Stanislav Belkovsky, la star dei politologi russi. Fondatore e direttore dell’Istituto di Strategia nazionale, su posizioni liberali, 45 anni, accetta di parlare con Panorama del tema che scotta: i rapporti TrumpCreml­ino. Lo fa a modo suo: diretto e non allineato. Riconosce «crescenti interferen­ze russe», stagliate «sullo sfondo della richiesta di Donald Trump ai Paesi Nato di spendere di più per la difesa. Sarà un problema per l’Ue il prossimo anno, come l’avversione per le sanzioni antirusse di alcuni politici europei». Intende quelli che vanno e vengono da Mosca: che cosa ci fanno? Cercano soldi? Loro penso di sì. Quanto alla Russia, non è una questione ideologica. Servono forze antisistem­a, di destra o sinistra, che non sostengano la linea dell’Ue, formulata da Berlino e Parigi. Un po’ come Trump: la Russia l’ha spinto? Non escluso, non dimostrato. Sia per gli attacchi hacker, sia per l’eventualit­à che il materiale su Hillary venga dai servizi segreti russi. Ma Trump non ha contatti diretti: è stato a Mosca solo nel 2013 per Miss Universo. E il Cremlino si preparava a Clinton presidente. La sua sconfitta è stata una sorpresa, non era lo scopo. Eppure intorno a Trump ci sono filo-russi come Carter Page. C’è anche Michael Flynn, prossimo Consiglier­e per la sicurezza nazionale: sedeva accanto a Putin alla cena di gala per l’anniversar­io della tv Russia Today a fine 2015. E il segretario di Stato Rex Tillerson, legato alla major Rosneft, è stato insignito da Putin dell’Ordine dell’amicizia. Possono simbolizza­re un cambio verso la Russia? L’incognita è la posizione di Trump e i suoi scopi. Mentre lo scopo di Mosca è indebolire l’Europa? Il vero obiettivo del Cremlino è far alleggerir­e o togliere le sanzioni, far riconoscer­e de facto la Crimea come parte della Russia, fiaccare l’unità euro-atlantica e rimettersi in gioco in una triangolaz­ione Usa-EuropaRuss­ia. Infine, un ritorno del sistema disegnato dagli accordi di Yalta e Potsdam, con sfere d’influenza prestabili­te tra grandi potenze. Ma ora vediamo come andranno le elezioni in Francia e Germania nel 2017...

( Cristina Giuliano - da Mosca)

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COME BREZNEV E HONECKER Una coppia si bacia davanti al murale dell’artista lituano Mindaugas Bonanu, che raffigura un bacio fra Trump e Putin.

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