Dopo l’attentato nuovi rischi all’intesa Turchia-Ue
Dopo l’attentato del 3 novembre a Istanbul, l’accordo sui migranti tra Turchia e Ue è più che mai a rischio. Per concedere ai turchi la libertà di viaggiare in Europa senza visti, Bruxelles chiede infatti ad Ankara di adeguare la legge antiterrorismo agli standard europei. Cosa che il governo turco non ha alcuna intenzione di fare, alla luce dei continui attacchi che subisce il Paese. Inoltre il presidente Recep Tayyip Erdogan cerca di conquistare maggiore peso sullo scenario geopolitico facendo leva sulle clausole dell’intesa che prevede la creazione di canali umanitari e il respingimento dei migranti in Turchia ( nella foto, il ministro degli Esteri francese visita un campo profughi) in cambio di 3 miliardi di euro e la liberalizzazione dei visti. Ma l’Europarlamento ha congelato le trattative per l’ingresso della Turchia nell’Ue, provocando aspre reazioni da parte turca, che ha minacciato la rottura dell’accordo.
le grandi aziende del Paese. Nel corso dell’ultimo mese migliaia di persone hanno protestato contro Park in tutta la Corea, celebrando con un boato la decisione del Parlamento. Ora toccherà alla Corte costituzionale (entro sei mesi) decidere sull’impeachment, mentre la guida della Corea del Sud è stata assunta dall’attuale premier. Come possibile candidato in caso di nuove elezioni presidenziali c’è anche l’attuale e uscente segretario dell’Onu Ban Ki-moon.
boccata d’ossigeno economica per Raúl Castro. Al di là delle frasi di circostanza, l’accordo toglie qualsiasi pressione sul regime cubano in tema di rispetto dei diritti umani, convogliando gli investimenti europei verso una dittatura che continua a incarcerare gli oppositori. La dissidenza ha già criticato l’accordo, sostenendo che, de facto, l’Ue (sempre pronta a bacchettare in tema di diritti umani) legittima una feroce dittatura che, quest’anno, ha costretto all’esilio 100 mila persone.