CHE COSA HANNO SCRITTO
Le minacce di Erdogan dimostrano come i rapporti tra Turchia e Ue si siano deteriorati negli ultimi mesi, in particolare dopo il colpo di Stato del 15 luglio che ha portato a un giro di vite contro i diritti umani senza precedenti. Lo sostiene il quotidiano inglese The Guardian, che spiega come le autorità turche siano irritate per la scarsa solidarietà espressa dai leader europei dopo il tentato golpe. Dall’altra parte, diversi leader europei guardano con preoccupazione i 39 mila arresti politici compiuti dalle autorità di Ankara. Il giornale turco e filo-governativo Daily Sabah, invece, sottolinea come la Turchia ospiti il numero più alto di migranti siriani, 2.783.617 secondo il ministero degli Interni di Ankara.
Secondo il New York Times lo scandalo e il conseguente impeachment della presidente pongono tutta l’area asiatica in una situazione di turbolenza politica. Anche perché «la presidente, del partito conservatore, aveva deciso di tenere un atteggiamento duro nei confronti della Corea del Nord, oltre ad aver accettato l’installazione del sistema antimissile americano poco gradito a Pechino». Il quotidiano sudcoreano Korea Times si preoccupa di capire come, dopo lo scandalo, il Paese sarà rappresentato nelle sedi istituzionali: «Tutti gli incontri sono stati annullati, così come non sono previsti incontri in Corea con leader stranieri. L’unico appuntamento confermato è il prossimo summit del G20 che si svolgerà a luglio in Germania».
«È morta la Posizione comune» titola a piena pagina e con tanto di punto esclamativo Granma, in un esultante editoriale che fa capire bene come la firma di Mogherini all’accordo sia «un vero trionfo della diplomazia della pace del castrismo». Mentre l’organo ufficiale del regime vaticina che «a breve cadrà anche l’embargo Usa», di tutt’altro tenore è «la lettera indirizzata a Mogherini da 40 dissidenti», abituati da decenni a ricevere bastonate dalla «diplomazia della pace castrista», pubblicata dal PanamPost. «Non ci opponiamo a un accordo tra Cuba e Ue che dia benefici a entrambi i popoli» scrivono «ma respingiamo che l’attuazione dello stesso non sia condizionato al rispetto delle libertà del nostro popolo». IL PARERE DI ZHOU YONGSHENG Analista dell’Istituto di Relazioni internazonali alla China Foreign Affairs University IL PARERE DI JAVIER NART Europarlamentare europeo del partito spagnolo Ciudadanos