Storia vera di speranza nell’inferno siriano
La sacralità della vita vince le logiche di guerra e terrorismo nel romanzo di Giovanni Terzi.
Shukran. Ti salverò di Giovanni Terzi (Imprimatur, 123 pagine, 14 euro).
Tammam Yousseff, cardiochirurgo siriano di 57 anni, originario di Sada Jeiboul, piccolo villaggio vicino a Latakia, passeggiava sul lungolago di Lugano dando da mangiare ai cigni, quel 5 dicembre del 2015 in cui incontrò per la prima volta il giornalista milanese Giovanni Terzi. Nessuno dei due sapeva che da quell’appuntamento, e dall’amicizia che subito ne seguì, sarebbe nato un libro che ha segnato uno spartiacque nella vita di entrambi: una storia di destino e scelte, di eroismo e solidarietà. Soprattutto, di speranza.
«Ho scritto Shukran. Ti salverò guidato dall’urgenza di dar vita a un romanzo che fosse ispirato alla vita e alla vera storia di Tammam, un medico eccezionale che opera nel reparto di cardiochirurgia pediatrica dell’ospedale di Damasco, e che un giorno si trova davanti un bambino di due anni e mezzo da operare al cuore. Il bambino è figlio del terrorista di Al Nusra che solo poco tempo prima, in un attentato, aveva ucciso Alì, il fratello di Tammam», spiega Terzi.
La sacralità della vita che supera ogni barriera, ideologica o religiosa, personale o universale, si fa terrena in un ospedale «dove operano medici e infermieri di tutte le religioni: sunniti, sciiti, alauiti, drusi» prosegue Terzi. «In quelle stanze non esistono lutti personali che possano inficiare la purissima ricerca della salute dei pazienti». Nell’inferno della guerra siriana, dunque, la scelta di Yousseff è naturale: opera il bambino, che si chiama Mohamed, e lo salva. Shukran, infatti, in arabo significa «grazie», ed è la prima parola che la madre di Mohamed rivolge al chirurgo dopo l’intervento. «Qualche mese dopo aver conosciuto Tammam, sono voluto andare a Damasco per conoscere la realtà nella quale il mio nuovo amico operava» ricorda l’autore. «Un ospedale modello con un centro di cardiochirurgia pediatrica nato grazie alla cooperazione tra il governo siriano e l’associazione Bambini cardiopatici nel mondo, nata nel 1993 per volontà del professor Alessandro Frigiola: un ospedale dove si scrivono storie di grande speranza. E dove l’amore non segue logiche: è amore, e basta».