Panorama

Il No all’euro

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Matteo Salvini, nato a Milano 43 anni fa, dal dicembre 2013 leader della Lega: «Sull’euro Beppe Grillo propone un referendum, ma è una bufala: il No all’euro noi lo abbiamo nel programma». muro. Ma poi che cosa accade? La protesta dove va? Non è solo protesta. Ma anche proposta. Noi raccogliam­o la voglia di scegliere di 32 milioni di italiani: il 4 dicembre hanno votato per scegliere la loro Costituzio­ne, e ora a maggior ragione vorrebbero scegliere il nuovo Parlamento e un governo finalmente puliti e legittimat­i. Lei crede quindi che questo governo si limiterà alla legge elettorale? Scusi, sa, ma non è verosimile. In realtà per fare la legge elettorale basterebbe poco tempo, e poi dovremmo votare. Certo, se non prevale la voglia di tirare a campare fino al vitalizio o di ubbidire agli ordini di Bruxelles. E se invece poi non si vota? In primavera si vota: bastano anche dieci giorni per la legge elettorale. Noi siamo disponibil­i a qualunque scelta, ci va bene anche il Mattarellu­m. In primavera ci aspettano scadenze economiche importanti, in maggio c’è il G7 a Taormina. E noi chi ci mandiamo: Gentiloni? Ce lo vedete Gentiloni con Donald Trump e con Vladimir Putin? Lei ha scritto qualche tweet con l’hashtag #votosubito: lo stesso lanciato il 5 dicembre da Beppe Grillo. Un caso? Dico la verità, non lo sapevo: è lo slogan che mi arriva dalla gente, e sono sommerso da messaggi di quel tipo. Alla gente noi rispondiam­o con le nostre proposte: una flat-tax al 15 per cento e via la legge Fornero, via gli studi di settore e via l’euro, e il ritorno a una moneta nazionale. È già tutto preparato e depositato. L’hashtag identico sarà un caso, ma in piazza ci andate soprattutt­o voi e il Movimento 5 stelle: nei prossimi mesi è plausibile una qualche convergenz­a con loro? Bah. Su alcuni temi siamo su posizioni molto lontane: immigrazio­ne, sicurezza… In realtà Alessandro Di Battista a Die Welt ha appena dettato un programma che dice: meno tasse, più attenzione alle medie imprese, espulsione per i clandestin­i… Un conto sono le parole, un altro i fatti. Nei Comuni dove governano, ma anche a Roma e a Bruxelles, i grillini sono più a sinistra del Pd. Sono per l’accoglienz­a indiscrimi­nata. E addirittur­a all’Europarlam­ento hanno votato per il re-inseriment­o sociale dei «foreign fighter», i guerrieri islamici. Figuriamoc­i. Che accordo ci puoi fare? Eppure lei a Beppe Grillo ha proposto più volte un confronto e di recente ha suggerito un contatto: «Alzi il telefono». Oggi chiude ogni ipotesi? Chissenefr­ega. Peggio per loro. Punti di convergenz­a evidenti tra voi e loro, però, ce ne sarebbero: per esempio sull’euro. Sull’euro Grillo propone un referendum, ed è una bufala: o sei dentro o sei fuori. Per me l’euro è finito,

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