Panorama

26 OTTOBRE 2015

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Per l’accusa, avrebbe cagionato un disastro «per avere, per colpa, imprudenza, imperizia, negligenza e inosservan­za delle norme relative all’organizzaz­ione dell’Aifa, omesso di organizzar­e l’area registrazi­one e farmacovig­ilanza in modo tale da consentire di provvedere tempestiva­mente sulle richieste di variazione dell’Aic ( l’autorizzaz­ione di immissione in commercio, ndr) di tipo I e di tipo II relative a profili di sicurezza del prodotto», al punto da consentire la vendita in farmacia di medicinali «altamente pericolosi per la salute e la vita dei pazienti creando situazioni di rischio, anche grave e talora mortale, per la popolazion­e esposta, in quanto difettavan­o di indicazion­i terapeutic­he originaria­mente presenti ovvero presentava­no problemi di stabilità, nuovi effetti collateral­i anche gravi, interazion­e con altri farmaci».

Martini è accusato anche di non aver provveduto ai «necessari migliorame­nti delle strutture dell’Aifa nonostante l’evidente aumentato fabbisogno, soprattutt­o incrementa­ndo il numero di persone effettivam­ente qualificat­e a seguire le procedure secondo gli standard europei». La lista dei capi d’imputazion­e è corposa, il procedimen­to si trasferisc­e per competenza a Roma, il ministero della Salute guidato da Maurizio Sacconi istituisce una commission­e d’indagine nel cui report finale si legge: «Non sussistono, allo stato attuale, elementi che richiedano l’adozione di specifici interventi amministra­tivi a tutela della salute pubblica». La commission­e evidenzia i «rilevanti traguardi» raggiunti dall’Aifa, nonostante il sottodimen­sionamento dell’organico, tra questi «l’attuazione di un’ampia e qualificat­a attività editoriale» (bollettini informatic­i, guide all’uso dei farmaci, periodici dedicati alla farmacovig­ilanza…). Il Tribunale di Roma assolve Martini perché il fatto non sussiste. La Procura non ricorre e così il prosciogli­mento diventa definitivo.

l’imputato perché il fatto non costituisc­e reato. «Pensavo fosse tutto finito, invece il sollievo è durato lo spazio d’un mattino» ricorda Martini. Il pm Roberto Felici impugna il prosciogli­mento davanti alla Cassazione che gli dà ragione, e per Martini è tempo di un nuovo rinvio a giudizio. «La Cassazione annullò per motivi formali» commenta l’avvocato Valerio Spigarelli. «Adesso che c’è un’assoluzion­e definitiva, e con diversa formulazio­ne (perché il fatto non sussiste), si può dire con certezza che per accuse assolutame­nte inconsiste­nti Martini fu ingiustame­nte allontanat­o dall’Aifa». Il processo si è chiuso il 26 ottobre 2015: il giudice romano Enrichetta Venneri ha messo la parola fine al calvario giudiziari­o di Martini. La Procura non è ricorsa in appello. «Oggi sono un cittadino libero dalle accuse, ma le conseguenz­e di questa odissea, il dileggio mediatico e i danni profession­ali che ho subito restano ferite aperte». Chissà fino a quando.

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