C’è una via italiana all’industria 4.0
Casi aziendali come Umpi e Metlac dimostrano che le piccole e medie eccellenze imprenditoriali non stanno a guardare e cavalcano con intelligenza una grande occasione di sviluppo per tutto il Paese. E la Pubblica amministrazione, che rifiuta di essere l’u
Èil mantra che ricorre nelle convention aziendali, nei talk show, nei consessi istituzionali e nei confronti sulle politiche europee. Per non parlare delle volte che il ministro Carlo Calenda ne ha fatto cenno (convintamente, va detto): Industry 4.0 sembra essere il viatico per l’applicazione finalmente concreta dell’innovazione digitale, in termini di efficienza, produttività (e Pil). Nel settembre 2016 il governo ha dunque recepito il fermento attorno al tema e promosso l’atteso Piano per l’Industria 4.0: un mix di incentivi fiscali, sostegno al venture capital, promozione di investimenti privati, formazione e diffusione di infrastrutture strategiche come la banda ultralarga. Uno sforzo significativo anche sul piano delle risorse, tutto teso a favorire lo sviluppo di un ecosistema imprenditoriale capace di aderire pienamente alla quarta rivoluzione industriale.
Ma in concreto, come avanza il radicamento del modello 4.0 nel nostro Paese? Un’analisi attenta rivela che procede sul terreno solido delle buone idee e delle piccole e medie eccellenze imprenditoriali, da sempre vera colonna vertebrale del sistema Italia. Per esempio Umpi, tra i maggiori player attivi nella realizzazione di sistemi e dispositivi basati sulla tecnologia ad onde convogliate, che trasforma la rete elettrica già esistente in una grande piattaforma smart, su cui trasmettere informazioni a banda larga. Idea forte, applicazione semplice. In Italia, Umpi lavora al fianco dei Comuni per implementare nel concreto il modello della Smart city: sono già più di 100 le amministrazioni che hanno adottato i lampioni intelligenti di Umpi, capaci di regolare il livello di illuminazione, regolare il traffico, monitorare l’inquinamento, etc. Con evidenti e sostanziali vantaggi sul piano del risparmio in bolletta e delle spese di manutenzione (-30 per cento circa).
Ma non è tutto qui. Adottate in prima battuta dai Comuni - in un singolare ribaltamento di prospettiva rispetto al paradigma tradizionale per cui la pubblica amministrazione è sempre l’ultimo anello del processo innovativo - le onde convogliate sono oggi al centro dell’auspicata evoluzione 4.0 delle imprese. Con la propria tecnologia, Umpi è infatti partner di Metlac, seconda azienda in Europa nel comparto del «metal packaging coating» (lacche, smalti, vernici e inchiostri per stampa off-set) e promotrice della prima vera smart factory italiana.
Nel quadro di un percorso di rinnovamento, automazione e digitalizzazione del processo produttivo, in chiave Industry 4.0, Metlac sta mettendo in rete tutti i dispositivi aziendali, creando un’enorme Iot (Internet of things, l’internet delle cose) in cui ciascuna componente è collegata all’altra tramite la rete elettrica. Nella smart factory di Metlac, pannelli, telecamere e macchinari dialogheranno usando le onde convogliate, consentendo un livello elevatissimo di gestione e controllo di tutto l’organismo della fabbrica. Anche sotto il profilo della sicurezza, gli standard dei nuovi sistemi 4.0 garantiscono livelli di protezione assai più solidi rispetto alla trasmissione wireless.
Industria 4.0 in poche chiacchiere, insomma. Piuttosto, un’occasione di sviluppo intelligente che le Pmi sapranno cavalcare. E davanti alla quale, ci auguriamo, le burocrazie per una volta si frantumeranno in minuscoli bit per magari scomparire.