Martin Schulz fa paura alla Merkel
Martin Schulz comincia a fare paura alla Merkel. Stando all’ultimo sondaggio Forsa, il neoeletto Presidente dell’Spd, nonché candidato cancelliere alle elezioni del 24 settembre, ha portato il suo partito al 32 per cento. L’Union (Cdu/Csu) è al 33 per cento. L’attenzione dei media si è pertanto spostata sulla vita privata dell’ex presidente del Parlamento europeo. Così, se Die Welt si chiede le ragioni per cui sua moglie raramente lo accompagni nelle uscite pubbliche, lui ( foto)
rilascia un’intervista alla Bild am Sonntag raccontando come la sua vita sia cambiata nel 1980 quando decise di bere l’ultima birra della sua vita. L’entusiasmo per la ritrovata unione del centrosinistra (già ai tempi di Gerhard Schröder diviso in correnti), oltre alla reale possibilità di diventare partito di maggioranza dopo 12 anni di centrodestra, lasciano in secondo piano i punti-chiave di un programma di governo, ancora piuttosto nebuloso. Ma la campagna elettorale è solo all’inizio.
«La Cdu è bloccata da Schulz» titola la Süddeutsche Zeitung in un’analisi sulla campagna elettorale dal punto di vista della Merkel: «Ora più che mai la sempre moderata e conservatrice Cdu deve dimostrare cos’ha ancora da offrire per reagire a questa sorta di animalesca Spd rappresentata da Schulz». Per la Berliner Zeitung, Schulz costituisce «un salutare momento di benessere e riconciliazione per il centrosinistra». La Frankfurter Allgemeine Zeitung incorona il leader Spd, senza lesinargli qualche critica: «Ha senso di giustizia e una sincera passione per la buona politica, ma è difficile fargli domande concrete». La Zeit si sofferma sulle speranze di Linke e verdi di veder vincere l’Spd per dar vita a una coalizione a tre.
Merkel rischia l’effetto Churchill: come avvenne al premier britannico nel ‘45, potrebbe non vedere riconosciuti i suoi meriti dalle urne. Schulz può vincere, ma l’esito finale dipenderà molto dalla Merkel. Il Paese ha una disoccupazione al 6 per cento, ma negli ultimi anni i beneficiari di assegni sociali sono rimasti costanti. Il surplus generato dall’export non s’è trasformato in ridistribuzione della ricchezza. La Merkel dovrà decidere se adottare politiche socialdemocratiche per erodere il consenso di Schulz o restare sulle sue posizioni, tentando di intercettare chi altrimenti voterebbe la destra populista.
IL PARERE DI STEFANO CASERTANO politologo, autore di «Germania copia & incolla: lavorare alla tedesca».