Panorama

Le mani di Matteo sulle poltrone

Il fiorentino Matteo Del Fante al posto di Francesco Caio alle Poste. Alessandro Profumo a Leonardo per cementare l’alleanza con Romano Prodi. L’ex premier è sempre l’ago della bilancia.

- di Pietro Romano

L ’ultima volta che si erano sentiti al telefono, Pier Carlo Padoan si era detto del tutto soddisfatt­o del suo lavoro. Tempo qualche giorno e, tramite comunicato stampa, il ministro dell’Economia gli ha dato il benservito, all’indomani della lunga notte delle nomine, tra giovedì 16 e venerdì 17 marzo. Comprensib­ile che l’a.d. uscente di Poste, Francesco Caio, sia rimasto sbalordito. Ma c’è poco da rimanere sbalorditi.

I risultati degli uscenti, la competenza dei papabili (coincisa quasi casualment­e con alcune scelte in nome della continuità), l’assenza di possibili ricadute giudiziari­e dal loro passato operativo sono stati ininfluent­i nella recente tornata di nomine nelle principali società controllat­e dal Tesoro: Poste, Eni, Enel, Leonardo, Terna, Enav. Dove ha dettato legge, come non era mai capitato nella storia delle partecipat­e, un solo uomo, sia pure senza ruoli pubblici né partitici, Matteo Renzi.

Da far rimpianger­e il «manuale Cencelli» che prevedeva poltrone proporzion­ate al peso dei partiti e delle correnti e, quindi, tutto sommato riflesso della società. Ora sostituito dal «metodo Renzi», una sorta di asso pigliatutt­o, con Firenze e dintorni a fare da carta vincente, affiancato dalla carità pelosa del gioco della passatella: un bicchiere a Padoan e un altro ad Angelino Alfano, una bevuta a Pier Ferdinando Casini e un’altra a Paolo Gentiloni. Riservando la coppa d’onore a Romano Prodi. Secondo quanto risulta a Panorama proprio al Professore sarebbe collegata, sia pure

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