Nuovi misteri a Twin Peaks
In un’anonima tavola calda: è lì che David Lynch e Mark Frost si diedero appuntamento nel 1988. Lynch era già famosissimo per aver firmato Dune, Elephant man e Velluto blu; Frost era un discreto sceneggiatore tv che sperava di convincere il regista a scrivere insieme un film biografico su Marilyn Monroe. Invece, complice le molte birre e l’alchimia creativa, i due immaginarono la scena iniziale della madre di tutte le serie, I segreti di Twin Peaks: una ragazza morta, chiusa in un sacco di plastica in riva a un lago di un paesino affondato nelle montagne, popolato da personaggi ambigui. Laura Palmer era il nome dell’uccisa, a modo suo una Marilyn di provincia, una diciassettenne molto sexy, anche un po’ ninfomane. È quasi riduttivo parlare di «fenomeno» per Twin Peaks: i 22 episodi (su Abc in America e su Canale 5 in Italia) non solo cambiarono per sempre la grammatica televisiva, ma influenzarono anche la cultura pop, l’arte, il cinema, il modo di vestire e persino quello di scrivere gialli. Il ritorno di Twin Peaks 25 anni dopo, il 21 maggio negli States e il 26 in Italia, ha perciò del clamoroso: come p potranno Lynch e Frost, di nuovo insieme, ripetere il l miracolol creativo? In cinque l lustri la tv, il pubblico, il mondo sono cambiati radicalmente. Allora fu magica la formula sperimentale adottata dai due: un ibrido di soap opera, horr horror, thriller, commedia, disseminato di tic, manie, scene cult, erotismo e camei di star. Adesso? Lynch ha giurato che la nuova serie sarà «sorprendente». Speriamo sia vero.