Panorama

Vedi ‘o corno e poi muori

- Dialoghi immaginari di Andrea Mercenaro

Non ci credo

Il corno a Napoli? Credici, Giggino lo fa.

Non lo fa. Se De Magistris lo fa, è un sindaco morto.

Macché morto, conquista Napoli. Sessanta metri d’altezza all’inizio di via Caracciolo, rosso fuoco, terrazze di 35 metri quadri, ascensori, i napoletani impazziran­no.

Per il monumento alla superstizi­one loro? Ma tu sei scemo. Il corno gigante a Napoli! E a Palermo? Una bella lupara di quaranta piani sul monte Pellegrino? E a Venezia? Un «peocio» gigante al posto del ponte dei Sospiri?

Ma dài, è un gioco.

Sì, col mondo intero che ti piglia per il culo. E con ragione. Te lo dico: se soltanto De Magistris ci prova, due sono le cose...

Cioè?

O partono le Cinque giornate di Napoli, non quattro, proprio cinque, con barricate e tutto, o il primo napoletano che si lamenta di qualcosa verrà spernacchi­ato da tutta Italia.

Macché, aumenterà il turismo.

E voglio vedere se la Soprintend­enza alle belle arti non si opporrebbe a uno scempio simile.

Guarda che il popolo lo ama, De Magistris.

Passi Giggino ‘o maggistrat­o, ma a Giggino ‘o scurnacchi­ato non gli darei due lire. Mica sono così fessi, i napoletani.

Italstage, l’impresa capofila, dà già la cosa per fatta.

L’ho sentito il patron, com’è che si chiama?, Pasquale Aumenta. Hai voglia aumentare, al primo colpo di piccone quello scappa, sentito cos’ha detto?

No.

Che Napoli farà il corno di 60 metri perché «rientra nella cultura europea».

A Bordeaux hanno fatto 50 statue di uomini nudi.

Là bevono. E mica è famosa per i piselli al vento, Bordeaux.

Se mai Parigi.

Appunto. Ti pare che a Parigi, per sottolinea­re «la difference», abbiano messo un pisello di 300 metri al posto della Tour Eiffel?

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