Panorama

Ammalati a Napoli e poi muori

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Ehilà, dormito bene? Quel povero ragazzo… Quale? Ma a Napoli, no? Non hai letto di Antonio Scafuri? Ho letto sì. L’ospedale Loreto Mare pare davvero una garanzia. Ventiquatt­ro anni, l’hanno ammazzato. Vacci piano, o finisce che sbattono dentro te. Vacci piano un accidente, stavolta la magistratu­ra deve menare. Medici, infermieri, io questo non lo so, so soltanto che stavolta qualcuno a Poggioreal­e ci deve finire. Eh, Poggioreal­e. Una soluzione meno traumatica no? Ecco che arriva la cazzata. Dilla, dài. Non era a te che piaceva l’idea del corno rosso di sessanta metri su via Caracciolo? E trasferite­lo là il Loreto Mare: «Contro la jella, ricoveri sicuri». Due piccioni con una fava, grazie al corno: sbaragli la malattia, salvaguard­i la tradizione. Chiamala jella... L’hanno tenuto senza intervenir­e per quattro ore litigando su chi toccava portare quel poveretto in pericolo di vita a far gli esami. Ci saranno state delle regole, un protocollo, allora uno va a vedere, controlla, intanto il tempo passa... che ci vuoi fare? Si chiama «Pronto soccorso», capito? Mica «Se non è per oggi sarà per domani». O «Pronto» era per sfizio? Il ministero ha mandato subito l’ispezione. Se la possono ficcare sai dove, l’ispezione? Una squadrone di carri armati ci vuole. Il qualunquis­mo ti è entrato nella testa. Sta bene a sentire. Ospedale Loreto Mare. 21 gennaio 2017: una paziente ha bisogno dell’ambulanza, arriva dopo due ore e la malata muore; 7 febbraio 2017: 800 mila euro di risarcimen­to per un paziente dimesso e morto subito dopo; 24 febbraio 2017: un neurologo, un ginecologo, nove tecnici di radiologia, 18 infermieri, sei amministra­tivi, nove tecnici manutentor­i e 11 operatori sociosanit­ari arrestati per assenteism­o. Tutto in un mese. I carri armati, ci vogliono. Il Maxicorno Loreto Mare Hospital, ci vuole. Più riformista.

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