VITA QUOTIDIANA AI TEMPI DEL TERRORE
Giovanna Pancheri: «Perché ho scritto quel libro».
Il buio su Parigi, scritto dalla giornalista e inviata di Sky TG24 Giovanna Pancheri, è il racconto coinvolgente e carico di emozioni degli attentati terroristici del 2015 in Francia, come spiega lei stessa in questa intervista. Nel libro la paura è protagonista. Come si è evoluta nelle persone che ha incontrato, e in lei, che è stata testimone degli eventi? Spesso si usa il termine «paura» a sproposito, come nelle fake news, invece andrebbe trattata con le pinze. Perché la paura, quando è vera, è forte. Il mio libro inizia con un’intervista a Stéphane Charbonnier, il direttore di Charlie Hebdo, poi ucciso nell’attacco del 2015. Quando gli chiesi se avesse paura, rispose «no. Se ho paura cedo, cambio abitudini». In Europa c’è stato un cambiamento nelle abitudini. E dalla paura nasce la diffidenza verso gli altri. Qual è l’Europa di oggi rispetto quella del 2015? È un’Europa diventata, suo malgrado, teatro di guerra. La mia generazione, che non ha vissuto la seconda Guerra mondiale, questa sensazione non l’aveva mai percepita. Ci siamo ritrovati la guerra in casa, combattuta con tecniche completamente diverse rispetto a quelle del passato. I giovani terroristi vengono definiti «figli dell’Europa usati contro l’Europa». Di chi è la responsabilità? Tutti loro non sono riusciti a integrarsi, si sentono cittadini di serie B e lo vivono con crescente frustrazione. La propaganda dell’Isis, al contrario, mostra un mondo in cui al tuo arrivo hai potere, autorevolezza, soldi, e sei considerato un mito dalle persone sotto di te.