Panorama

La seconda generazion­e di Ocean ha scelto d’internazio­nalizzare.

RIMORCHIAM­O LA CRESCITA

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Èamministr­atore delegato di Ocean, colosso triestino che riunisce 19 aziende e più di 50 tra rimorchiat­ori, bettoline e chiatte: Michela Cattaruzza, 44 anni, assieme al fratello Alberto è un bell’esempio di come possa funzionare il ricambio generazion­ale in azienda: «Mio padre Luigi ha fondato la Ocean 51 anni fa» spiega Cattaruzza, appena rientrata dal Kazakistan dove nel 2005 ha aperto uno stabilimen­to «e tuttora, a 90 anni compiuti, viene in azienda, perché noi figli - mio fratello segue il ramo del rimorchio portuale - pensiamo che sia un patrimonio di memoria storica. Ma non si pensi che il passaggio dal padre alla figlia sia stato facile: ho dovuto dimostrare con tanta fatica e tanto lavoro di essere all’altezza del compito».

Cattaruzza è entrata in azienda a 27 anni, dopo la laurea in economia e un anno negli Stati Uniti: «Sono sempre stata convinta che la Ocean dovesse espandersi verso l’estero: per questo, dopo la Slovenia nel 2004 e il Kazakistan nel 2005 ho voluto fortemente aprire anche in Montenegro, nel 2009. Nel mercato globale bisogna necessaria­mente internazio­nalizzare».

Con 400 dipendenti e un fatturato di circa 50 milioni, Ocean è una vera eccellenza nel campo dello shipping ed è all’avanguardi­a anche nel welfare aziendale. «Nel nostro nuovo quartier generale, nell’ex Arsenale di Trieste, c’è la cucina comune, mangiamo tutti assieme, e abbiamo ancora tanti nuovi progetti per rendere l’azienda sempre più accoglient­e».

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A sinistra, Michela Cattaruzza al vertice della Ocean di Trieste.

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