KING ARTHUR IL POTERE DELLA SPADA
Un re Artù da terzo millennio, rissoso e molto rock: il regista Guy Ritchie rilegge il mito con un pirotecnico action movie.
Come aveva fatto con le indagini di Sherlock Holmes, trasformando l’investigatore dall’impagabile self-control in un brillante tiratore di pugni, Guy Ritchie aggiorna il mito di Re Artù con un film che è una galoppata entusiasmante tra epica, magia e zuffe di strada. Ecco King Arthur - Il potere della spada, prossima anteprima in dvd in uscita con Panorama.
Il regista che ha reinventato il «gangster movie» britannico qui dà sfoggio della sua abbacinante cifra stilistica: utilizza il montaggio come mezzo espressivo per giocare con i piani temporali e unire la leggenda a divertenti anacronismi, scombinando la storia nota e sparpagliando i personaggi in un film d’azione dal ritmo rock e croccante. Artù è ora tutt’altro che saggio: un «bad boy» muscoloso, con capelli dal taglio contemporaneo e col volto del belloccio Charlie Hunnam. Il cattivo è un super Jude Law che conserva lo sguardo inquietante della serie tv The Young Pope.
Sono finiti i tempi in cui maghi e uomini convivevano serenamente. Ora è guerra. Nello scontro terribile tra Mordred e Uther Pendragon (Eric Bana), quest’ultimo ha la meglio grazie alla magica spada Excalibur. Quando la pace sembra tornata nel regno, è il fratello del re, Vortigern (Law), a tradire: il piccolo Artù vede lo zio uccidere i suoi genitori. Fuggito tra le acque come Mosè, Artù dimentica le proprie origini e viene cresciuto in un bordello.
Costretto a destreggiarsi tra espedienti, diventa il boss di un gruppo di teppisti. L’usurpatore Vortigern intanto regna con crudeltà. Teme però il prescelto, colui che riuscirà a estrarre la spada dalla roccia. Per questo raduna tutti i giovani e li fa cimentare nell’impresa: una volta scovato il legittimo erede al trono lo giustizierà. Ignaro dei suoi natali, Artù partecipa e scopre chi sia veramente. Diviso tra il compito nobile a cui è chiamato e la formazione da furfante, scortato dalla Maga (Àstrid Bergès-Frisbey), Artù saprà scegliere la giusta strada.
Nelle ambizioni di Ritchie questo è solo il primo di sei episodi dedicati al ciclo arturiano. C’è di che fregarsi le mani.