Panorama

Amy Schumer. Per caso qualcuno ha detto sesso?

Non ha peli sulla lingua, che si parli di temi intimi o di chili di troppo. L’attrice americana è una comica nata e, secondo Time, anche una delle 100 persone più influenti al mondo. Il 7 settembre arriva al cinema con Fottute! dove si diverte a fare «l’i

- Di Marco Giovannini - da Los Angeles 94

Prima di tutto scusa per averti fatto strappare così tanti peli da mani femminili sconosciut­e. Spero almeno che le dita di qualche maschio gentile incontrato in serate altrimenti solitarie, abbiano pareggiato il conto». Il primo capitolo della sua autobiogra­fia di 336 pagine The girl with the lower back tattoo (parodia del best seller The girl with the dragon tattoo) si intitola Lettera aperta alla mia vagina ed è una sintesi immediata dello stile di Amy Schumer, 36 anni, comica e collezioni­sta di aggettivi: onesta, sfrontata, sboccata, coraggiosa, impavida, senza filtri e senza freni. Il libro-confession­e è stato pagato nove milioni dollari, è stato in vetta alla classiffic­a del New York Times ed è solo uno dei tasselli che l’hanno resa così famosa da venire inserita tra le 100 persone più influenti del mondo, selezionat­e dal settimanal­e Time. Poi ci sono lo show tv Inside Amy Schumer, le sue tournée teatrali e l’ultima conquista: il cinema. Per Fottute!, una delirante action-comedy ambientata in Sud America (in uscita il 7 settembre), il premio Oscar Goldie Hawn ha abbandonat­o un ritiro di ben 15 anni pur di interpreta­re sua madre. È Amy a scrivere anche i testi, insieme alla sorella minore Kim Caramel («Io la chiamo mia complice» scherza l’attrice). Poi c’è Jason, un fratello musicista, che è quello serio della famiglia: «Si vergogna di tutto quello che facciamo». Soprattutt­o del fatto che Amy adora raccontare delle persone che ha intorno, compresa la sua ginecologa, in una sorta di continua seduta di autocoscie­nza pubblica. È così che si è saputo che suo padre Gordon ha la sclerosi multipla ed è ricoverato in una casa di cura, e che è colpa della madre Sandra se hanno divorziato: lo ha tradito col suo migliore amico. Il primo giorno di riprese, Goldie Hawn le è sembrata emozionata? Ma no, contenta semmai. Recitare è una di quelle cose naturali che non si dimentican­o mai… Mi verrebbe da dire come il sesso, ma poi sembra che io sia fissata. Per cui diciamo che è come la bicicletta. Però era fissata sul fatto che sua madre dovesse essere proprio Goldie. Leggendo la sceneggiat­ura, nella mia mente la faccia di Goldie si sovrappone- va alle parole, come in un fenomeno paranormal­e, tanto era perfetta. Anche i produttori mi hanno dato ragione. Non fossi riuscita a convincerl­a sarebbe stato un bel problema. È stato così difficile? Non recitava in un film da 15 anni e, a dirla tutta, non aveva la minima idea di chi diavolo fossi. Per fortuna sua figlia ( l’attrice Kate Hudson, ndr.) glielo ha spiegato e mi ha aiutato nella mia opera di stalker. Le ricorda sua madre? Soltanto fisicament­e. Anzi, vedendo il rapporto fra lei e Kate posso dire che c’è un’altra cosa che Goldie e mia mamma hanno in comune, ma forse è così per tutte le mamme del mondo: «Ti ho fatto nascere, ti ho cresciuta e ora vuoi la tua indipenden­za?». Che poi è il concetto base del film, di finzione, ma, come si dice, «basato su una storia vera», anzi su qualche milione di storie vere... Figli che si staccano da genitori recalcitra­nti. Il film è ambientato in Sud America. Cosa ha imparato di quel mondo? La capoeira, una lotta tradiziona­le brasiliana che è anche una danza. Avevo la controfigu­ra ma ci ho dato dentro, volevo fare la mia parte. Però ero più a mio agio a bere caipirinha. Tutti gli stereotipi del film sono voluti. Io sono l’idiota, la classica americana che va all’estero senza sapere niente, con arroganza e ignoranza, pensando che anche se non parla la lingua locale tutti dovrebbero trattarla bene ed essere al suo servizio. Direi che è anche il pensiero del nostro nuovo presidente. Ma preferisco parlare di una comica profession­ista come Goldie, piuttosto che di un comico dilettante, e involontar­io, come Donald Trump.

Newspapers in Italian

Newspapers from Italy