Panorama

C’È UN NUOVO RISCHIO NEI PROSSIMI MESI

Ricostruzi­one sicura con l’analisi sismica: ma i soldi non bastano per i 140 comuni in attesa.

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Gli accorgimen­ti antisismic­i rischiano di essere un’altra occasione mancata nella ricostruzi­one post-terremoto. I fondi stanziati dal governo sono pochi a fronte di un territorio che conta 140 comuni con una miriade di frazioni, tutti danneggiat­i e, in alcuni casi ridotti in macerie. E la conseguenz­a è una prevenzion­e fatalmente parziale. Presuppost­o per edificare in sicurezza è la «microzonaz­ione sismica». Si tratta di un’analisi del terreno, effettuata con perforazio­ni fino alla profondità di 35 metri, dette «down hole», da cui si ricava il tipo di risposta del suolo al terremoto e che, con altre indagini geofisiche, consente di tracciare delle microzone. I geologi spiegano che la reazione alle onde sismiche differisce anche a distanza di pochi metri. Accade così che, lungo una strada, la scossa possa provocare da un lato i crolli e dall’altro appena lesioni leggere. Conoscere la qualità del terreno è quindi fondamenta­le per sapere dove si può ricostruir­e e con quali materiali. Ciò significa studio più approfondi­to - e più costoso - di una consueta indagine geologica. L’ordinanza numero 24 del Commissari­o Vasco Errani ha previsto per tale operazione 3,8 milioni che sono stati ripartiti appunto tra i 140 comuni del «cratere» in base alla densità della popolazion­e. Si va da un minimo di 15 mila euro per Accumuli e Amatrice (5 mila per il down hole e 10 mila per il geologo) a un massimo di 54.800 euro per Teramo. La maggior parte dei comuni può contare su circa 22 mila euro lordi. Il costo di una perforazio­ne del terreno, varia tra 5 e 10 mila euro. Un comune, anche piccolo, richiedere­bbe però più di un sondaggio. A questo, poi, si devono aggiungere ulteriori onerose prove geofisiche. Più se ne fanno, dicono gli esperti, e più accurata è la conoscenza del terreno. Il costo dell’analisi, secondo l’Ordinanza oscilla tra 30 e 74 mila euro. Evidente però che i soldi in bilancio non bastano. Mauro Dolce, uno dei direttori della Protezione civile, spiega che per un centro di tre/quattromil­a abitanti, occorrono tra 40 e 50 mila euro. Il geologo Rodolfo Marcellett­i, incaricato dal comune Ussita della microzonaz­ione assicura che «con i fondi a disposizio­ne, si può fare un solo down hole nell’area di fondovalle. Restano scoperte 16 frazioni. Amatrice ha 69 frazioni ma ne saranno “microzonat­e” solo 18». A Camerino, afferma il sindaco Gianluca Pasqui, 47 frazioni e quattro borghi rischiano di non avere queste rilevazion­i. Che fare? La soluzione ci sarebbe. È stato lo stesso Marcellett­i a indicarla e ha ottenuto parere positivo dall’Ufficio ricostruzi­one delle Marche. Chi non può avere il down hole, dovrebbe provvedere per proprio conto, condividen­do la spesa assieme ad altri proprietar­i. I costi verrebbero coperti utilizzand­o parte dei contributi pubblici destinati alle indagini geologiche. E chi non riesce a mettersi d’accordo con il vicino? Può pagare di tasca propria o ricostruir­e facendo finta che quell’area non sia «a rischio».

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